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Taranto, operaio Ilva per 26 anni esposto a fibre di amianto: mesotelioma, risarcimento da quasi mezzo milione di euro Sezione lavoro

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Di seguito un comunicato diffuso da Contramianto:

Una vita di lavoro come operaio dell’Italsider/ILVA di Taranto dal 1974 al 2000 venendo esposto alle fibre cancerogene di amianto poi la diagnosi di Mesotelioma che tre anni fa all’età di settant’anni ha sconvolto la sua vita e la famiglia. Dopo la scoperta del tumore pleurico aveva chiesto aiuto a CONTRAMIANTO rivendicando Giustizia per quella drammatica tragedia. Successivamente la ricostruzione della carriera lavorativa e il riconoscimento di malattia professionale per cancro asbesto-correlato e del Fondo Vittime Amianto quindi la richiesta di danno biologico e morale subito a causa del mesotelioma provocato dall’asbesto assistito dallo Studio Legale dell’Avv. Cataldo Fornari e Avv. Daniele Maranò. A distanza di due anni dal deposito degli atti giudiziari la sentenza della Sezione Lavoro del Tribunale di Taranto delle scorse settimane che riconosce all’operaio affetto da mesotelioma pleurico un risarcimento di quasi mezzo milione di euro. Un percorso di giustizia fortemente sostenuto da CONTRAMIANTO a fianco del lavoratore e della sua famiglia per rivendicare il legittimo riconoscimento. Come si legge nella sentenza, sulla base di prova testimoniale, l’operaio Italsider/ILVA di Taranto: << nell’espletamento delle proprie mansioni di addetto discarica scorie e operatore piattaforma nelle acciaierie 1 e 2 dello stabilimento siderurgico di Taranto, è rimasto continuativamente esposto ad amianto; in particolare, egli modellava e applicava un cordone di amianto affinché la colata non fuoriuscisse dallo stampo; tale attività determinava il distacco del coibente e la conseguente dispersione di polveri di amianto nell’ambiente di lavoro, che era chiuso; inoltre, l’azienda forniva solo mascherine senza filtro >> ed ancora << La espletata consulenza tecnica di ufficio medico-legale ha evidenziato altresì la sussistenza del nesso causale tra l’attività lavorativa svolta dal ricorrente alle dipendenze della convenuta, con particolare riferimento alla sua esposizione ad amianto, e la patologia da cui egli è affetto (mesotelioma pleurico) >> e << che l’insorgenza della malattia da cui è affetto l’istante è ascrivibile a colpa della convenuta, con conseguente diritto dell’istante medesimo al risarcimento del danno biologico e morale. >> In conclusione l’operaio danneggiato riceverà una somma prossima a mezzo milione di euro per il danno biologico (inteso quale lesione permanente della integrità psicofisica) e del danno morale (inteso quale pregiudizio non patrimoniale derivante dalla stessa lesione in termini di dolore e sofferenza soggettiva), interessi legali , rimborso delle spese sanitarie sostenute e per compensi professionali oltre rimborso spese forfettarie. Un risarcimento che certamente non ridarà la salute a quell’operaio ma che riconosce la prolungata ed ultra decennale esposizione all’amianto nell’Italsider/ILVA di Taranto quale causa del mesotelioma pleurico sviluppatosi ad oltre quarant’anni dalla prima esposizione. CONTRAMIANTO sostiene gli esposti all’amianto e le loro famiglie. Amianto Zero Rischio Zero. Giustizia per le Vittime.


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