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Mesagne: furto e tentato furto pluriaggravato in concorso, quattro arresti Operazione della polizia: i presunti ladri incastrati, secondo gli inquirenti, dalle intercettazioni

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Pubblicata da brundisium.net:

Associazione per delinquere in concorso, furto e tentato furto pluriaggravato in concorso.

Con queste accuse gli agenti della Squadra di Polizia Giudiziaria del Commissariato di P.S. di Mesagne, ha eseguito quattro ordinanze di custodia cautelare a carico di I. F. di Oria (27 anni), M. V. di Oria (25), C. A. di Mesagne (34) e R. G. di Mesagne (25).

I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale di Brindisi su richiesta del P.M. di Brindisi dopo le indagini che hanno accertato l’esistenza di un gruppo di giovani implicati in numerosi furti (anche in abitazione) nei territori delle province di Brindisi e Lecce.

In particolare, l’attività di indagine svolta dagli investigatori, ha permesso di addebitare ai quattro arrestati 12 furti consumati e 6 tentati, anche in abitazioni, di strumenti per lavoro (tra i quali motoseghe, frullatori professionali, compressori), di olio d’oliva e soprattutto di autovetture, nonché di comprendere ruoli e contributi forniti dagli associati.

Il capo dell’organizzazione era I. F.: era l’uomo che si occupava di individuare gli obiettivi ove porre in essere l’attività illecita, di “piazzare” il ricavato di tale attività e di dividere tra gli adepti le somme di denaro illecitamente percepite.
Il gruppo operava con la SMART “Four Four”’ di C.A. ma tutti assicuravano la propria presenza e provvedevano a nascondere i proventi del furto.

L’attività di indagine è iniziata nel dicembre 2015 dopo una denuncia di furto eseguita da una signora mesagnese. Le avevano rubato la Fiat 500 parcheggiata in strada.
Le immagini immortalate da alcune telecamere hanno consentito di focalizzare l’attenzione su un gruppo di almeno tre persone e su un’autovettura Alfa Romeo 147 utilizzata per spingere l’auto da rubare e per condurla in luogo idoneo a forzarla in maniera indisturbata.

Sono seguiti altri fatti per i quali sono stati raccolti indizi gravi, precisi e concordanti a carico del gruppo.
Gli investigatori hanno utilizzato sia il pedinamento elettronico (a mezzo GPS) che le intercettazioni ambientali. Durante le loro costanti scorribande notturne per “arraffare” il più possibile da destinare al mercato dell’illecito, i giovani si vantavano della loro forza e dei loro risultati con espressioni del tipo: “…dove passiamo non cresce più erba…” e ricordando con orgoglio, durante il passaggio da luoghi noti, i “trofei” già conseguiti: “Qua abbiamo preso l’Opel corsa….”, “Qua prendemmo .. no qua prendemmo la cinquecento antica..”, “L’Opel Corsa qua uhe Fà …..”, “Noi dobbiamo andare da dove abbiamo preso la Punto celestina, da dove dobbiamo andare?”

Le intercettazioni ambientali consentivano di acclarare che il sodalizio operava già da molto tempo atteso il riferimento a fatti reato pregressi non noti agli investigatori: “….se a noi ci avessero preso con quella Delta che tenevamo penso che ci davano l’ergastolo…”, “Che la Giulietta noni ..”, “Pure con la Ypsilon..”, “L’ergastolo ci davano con quelle macchine a quante parti ci hanno ripresi …”, nonché che si trattava di una organizzazione criminale stabile, che operava professionalmente (in quanto munita dei mezzi necessari per perpetrare i furti, come centraline, arnesi atti allo scasso e ricetrasmittenti per eludere le intercettazioni), pervicacemente (in alcune occasioni, dopo aver seguito l’obiettivo ed aver atteso l’allontanamento della vittima, si impossessavano del mezzo; in altre utilizzavano i loro mezzi per spingere veicoli rubati; in altre ancora forzavano i garage e decidevano se e quali beni trafugare) e reiteratamente (in pochissimi giorni sono stati consumati e tentati numerosi furti e dalle intercettazioni ambientali emerge che, in precedenza, erano state rubate moltissime altre vetture).

Emergeva, altresì, in modo chiaro che i furti avvenivano su commissione, atteso che prima di mettersi all’opera si raccomandavano sull’obiettivo da “portare a casa”: “…la Multipla devo prendere…la dobbiamo prendere per forza…”; “Una Evo dobbiamo fare ragà la Evo a quello devo fare”, “…oltre alla EVO dobbiamo prendere motoseghe, soffiatore…”. A tal proposito è al vaglio della magistratura la posizione di taluni ricettatori della provincia di Taranto dove è stata rinvenuta la Ford Kuga e tanti altri pezzi di ricambi di auto di provenienza illecita. La spartizione del profitto illecito veniva effettuata da I. F. che intratteneva i rapporti con i committenti: “…mi ha dato 1000 e 2 più 1000 mi ha dato 2200 Euro mancano 1900 ….. altre 2000 Euro”, “vi ho portato 800 euro per dividerveli però vi devo dare 250 euro ciascuno”, “…li tengo a casa i soldi li sto raccogliendo poi sabato li dividiamo”.

L’attività del gruppo è stata interrotta soltanto per il loro arresto in flagranza del reato di tentato furto di un’autovettura avvenuto il 9 febbraio 2016 a Porto Cesareo.


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