Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:
La crisi idrica si misura in millimetri in Puglia, con precipitazioni rare e di scarsa intensità, temperature oltre la media stagionale, e solo 60 millimetri di pioggia caduti a Foggia a gennaio, 50 nel barese, 40 in Valle d’Itria, 23 sul basso Salento fino ai 12 millimetri a Leuca il comune più a sud della Puglia. A denunciare il perdurare dei fenomeni siccitosi è Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche, che torna a segnalare negli invasi della Capitanata un calo sensibile dei quantitativi di acqua per la mancanza di piogge pari a -126 milioni di metri cubi d’acqua al 27 febbraio 2024.
L’assenza di piogge mettono a rischio le semine di cereali e legumi, pascoli compromessi e ortaggi che non riescono ad entrare in produzione – denuncia Coldiretti Puglia – ma per gli agrumi tarantini che hanno subito una grave siccità che ne ha compresso l’accrescimento sono state avviate le procedure per la richiesta di calamità naturale.
Sale l’allerta nelle campagne – aggiunge Coldiretti Puglia – dove le coltivazioni ingannate dall’inverno caldo sono ancora più sensibili al maltempo e al previsto abbassamento delle temperature, con i mandorli fioriti in Puglia a febbraio, gli oliveti in perenne vegetazione e la mancanza di piogge che sta determinando una preoccupante siccità.
La finta primavera con le temperature ben al di sopra della norma e le ripetute giornate di sole di questo febbraio anomalo hanno ingannato 13.00 sciami di api in Puglia che si sono risvegliate in anticipo per le anomali climatiche, ma a rischio sono le piantine di grano e legumi soprattutto nelle ‘terre bianche’ ricche di argilla e creta, mentre la carenza idrica sta determinando un calo drastico di foraggio verde nei pascoli – spiega Coldiretti Puglia – con l’aggravio dei costi per l’acquisto di mangimi per garantire l’alimentazione degli animali nelle stalle, schizzati già a causa del rialzo delle quotazioni delle principali materie prime quali soia, mais, cereali e foraggio anche a causa dell’attuale crisi per i conflitti in Ucraina e in Israele, con gli allevatori costretti a sopportare i costi per i mangimi e le risemine.
Ma la siccità e i venti di scirocco con alti tassi di umidità hanno tagliato anche la produzione di carciofi del 60%, ma sono evidenti difficoltà allo sviluppo degli ortaggi e anche per le clementine o le insalate che non riescono a crescere adeguatamente per la carenza di acqua. Il caldo fuori stagione – sottolinea la Coldiretti – manda la natura in tilt e favorisce in tutte le piante il risveglio anticipato anche le fioriture anticipate come per le mimose in anticipo di un mese rispetto alla data dell’8 marzo, con il pericolo di esporre le coltivazioni ai danni di un prevedibile, successivo, forte abbassamento delle temperature con la conseguente perdita dei raccolti.
Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal freddo al caldo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura – conclude la Coldiretti Puglia – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo ma anche dagli eventi estremi che solo nel 2023 sono stati quasi 100 in Puglia con la perdita di produzione del 34%.
L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici ma è anche il settore più impegnato per contrastarli, afferma Coldiretti nel sottolineare che i cambiamenti climatici impongono una nuova sfida per le imprese agricole che devono interpretare le novità segnalate dalla meteorologia e gli effetti sui cicli delle colture, sulla gestione delle acque e sulla sicurezza del territorio. Un obiettivo che richiede un impegno delle Istituzioni per accompagnare innovazione dall’agricoltura 4.0 con droni, robot e satelliti fino alla nuova genetica green no ogm ma servono anche – conclude Coldiretti – investimenti per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque con un sistema diffuso di piccoli invasi che possano raccogliere l’acqua in eccesso per poi distribuirla nel momento del bisogno.