Di Evelina Romanelli:
La Giornata Mondiale dell’Udito, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e celebrata ogni anno il 3 marzo, è molto più di una semplice ricorrenza: è un appello a non restare in silenzio di fronte ai problemi uditivi. Questa giornata invita medici, operatori sanitari, istituzioni e cittadini a unirsi in un’unica voce per diffondere consapevolezza, abbattere i pregiudizi e garantire a tutti il diritto di ascoltare il mondo senza barriere. Perché l’udito è un dono prezioso e prendersene cura significa proteggere non solo i suoni, ma anche le emozioni, i legami e le storie che danno senso alla nostra vita. Per rappresentare al meglio questo importante momento abbiamo individuato una strepitosa “Testimonial” Chiara Bucello che ci parlerà di lei e di un mondo silenzioso che alle volte necessità di più rumore positivo.
Chi è Chiara Bucello? Chiara nasce in Sicilia con una disabilità invisibile agli occhi, ma non al cuore: la sordità. Per anni ha vissuto in un mondo senza suoni, imparando a decifrare le parole attraverso lo sguardo, i gesti, le emozioni. Poi, nel 2018, l’intervento per l’impianto cocleare le ha restituito qualcosa di straordinario: la possibilità di sentire. Ma più di ogni altra cosa, le ha dato una nuova consapevolezza. Laureata e specializzata in Graphic Design ed Editoria, Chiara ha sempre lottato contro l’ignoranza e i pregiudizi, ma solo quando ha smesso di nascondere la sua sordità ha trovato la sua vera voce. Con ironia e determinazione, ha scelto di raccontare al mondo che la disabilità non è un ostacolo, ma una sfida che si può affrontare con coraggio e autoironia. Oggi, la sua storia è un inno alla libertà di essere se stessi, alla voglia di abbattere muri e costruire ponti. Perché il vero ascolto non è fatto solo di suoni, ma di comprensione, rispetto e amore.
Ecco la nostra intervista:
- Partiamo dal principio, ci parli di lei, chi è Chiara?
Sono una donna che ha sempre creduto nella bellezza dell’essere sé stessi, anche quando il mondo ti fa sentire diversa. La mia vita è stata un viaggio di scoperta, di lotta e di amore, e oggi sono qui per dimostrare che la diversità è una forza, non un limite.
- Quanto la sua infanzia è stata diversa dai suoi coetanei?
È stata diversa, sì, perché crescere sorda in un mondo che spesso non è pensato per chi ha una disabilità ti costringe a trovare il tuo modo di comunicare e di farti spazio. Ma è stata anche piena di esperienze preziose che mi hanno resa la persona che sono oggi.
- La scelta dell’impianto è stata voluta da lei o dalla famiglia?
La scelta è stata mia. Dopo un paio d’anni con le protesi acustiche, mi sono resa conto che non mi davano il supporto di cui avevo bisogno, così ho deciso di provare l’impianto cocleare. È stata una mia scelta, maturata con il tempo e con la consapevolezza di cosa potesse aiutarmi di più nella mia quotidianità.
- Quanto ritiene importante vi sia una conoscenza della lingua dei segni da parte degli insegnanti?
La lingua dei segni è sicuramente importante, ma non basta. Per garantire una vera inclusione serve una collaborazione tra tutti: il docente, il docente di sostegno, la famiglia e i compagni di classe. Un insegnante preparato non è solo quello che conosce la lingua dei segni, ma anche chi sa creare un ambiente accogliente, favorire l’interazione con i compagni e trovare strategie che permettano a tutti di comunicare. L’inclusione è un lavoro di squadra, e quando questa squadra funziona, il risultato è straordinario.
- Oggi è una donna affermata e molto seguita sui social, ha scardinato due tabù importanti: un deficit uditivo e un amore pulito e autentico. Serve determinazione e coraggio. Lei crede che i giovani ne abbiano o siamo spaventati dai luoghi comuni?
I giovani hanno una forza incredibile, ma spesso si sentono bloccati dai pregiudizi e dalle aspettative della società. Il coraggio c’è, bisogna solo aiutarli a crederci, a capire che essere sé stessi è sempre la scelta migliore.
- Nel futuro di Chiara c’è…?
Tanti sogni ancora da realizzare, nuove sfide da affrontare, e soprattutto la voglia di continuare a raccontare la mia storia per dare voce a chi ancora lotta per essere ascoltato.
- Ludovica è da anni la sua spalla, insieme avete conquistato il pubblico. Dopo esservi “conquistate reciprocamente”, la proposta di matrimonio alle Maldive e tanti momenti strepitosi che ci raccontate, quanto crede sia importante avere un’intesa che vada oltre le parole?
Con Ludovica abbiamo imparato a capirci senza bisogno di troppe spiegazioni, perché l’amore vero va oltre le parole, si vede negli sguardi, nei gesti, nella presenza costante l’una per l’altra.
- Parliamo alle nuove generazioni, a coloro che hanno il compito di cambiare il mondo. Quali i veri valori da consigliare e cosa mettere da parte?
Consiglierei di credere nella propria unicità, di difendere l’inclusione e di avere il coraggio di essere gentili. E lascerei indietro il giudizio, la paura del diverso, e l’idea che si debba piacere a tutti per essere felici.
- Esiste secondo lei “il segreto per la felicità”?
Forse il segreto è proprio smettere di cercarlo e iniziare a vivere davvero. La felicità sta nei piccoli momenti, nelle persone che ci amano, nella libertà di essere chi siamo senza paura.
Un grazie a Chiara Bucello e Ludovica Billi e alle tante persone che come loro rendono ricche e uniche le nostre vite con l’esempio. Un suggerimento per una lettura che induca alla riflessione l’acquisto del libro “Facciamo Rumore”, di Bucello e Billi, pubblicato da Trèfoglie – Falco Edizioni.
(immagini: tratte da profilo Instagram di Chiara Bucello)