Di Dorothea Majaak:
Robogigolò, la risposta femminile alle bambole gonfiabili: si potrà noleggiare robot di fattezze umane – prodotto da un’azienda coreana – da impiegare come giocattolo sessuale. Fioccano le prenotazioni del modello “Rocco” mentre partono i primi dazi dell’amministrazione USA.
Il replicante, programmato secondo i raffinati dettami del kamasutra, è stato progettato da un team di ingegneri che si è avvalso della conoscenza di esperti indiani del “kama” e dalla consulenza di una commissione femminile. Robogigolò sarà comandato da una app – disponibile entro poche settimane – che consentirà otto posizioni base su sessantaquattro varianti previste dal kamasutra e sarà disponibile in (quasi) tutto il mondo.
Il giovanotto godrà di una autonomia di oltre due ore e sarà presumibilmente asservito all’Intelligenza Artificiale che gli consentirà di ampliare la gamma delle percezioni esterne perfezionando la risposta verso la clientela e, necessariamente, avrà un costo molto elevato. Tecnicamente, deriva dal classico robot antropomorfo su cinque assi utilizzato dall’industria in tutto il mondo ma dal prezzo infinitamente superiore. Il costo del prototipo “Rocco” è stimato in 159.000.000 won (all’incirca centomila euro) che ne fanno un prodotto destinato al noleggio.
L’oriente tecnologico si sta massicciamente attrezzando su questo fronte allestendo una “Feromon Valley” che, a similitudine dell’americana “Silicon Valley”, punta ad imporre il monopolio sul sesso cibernetico producendo gigolò di varie etnie. Si ritiene che la chiave del successo possa essere la varietà tipologica dell’insolito prodotto che potrà essere pettinato, vestito e profumato ogni volta in modo diverso. Disporrà di un vocabolario sufficiente a brevi conversazioni e garantirà le tipiche risposte sonore maschili durante l’atto sessuale.
Le maggiori organizzazioni mondiali dedite alla ricerca demografica sono già in allarme per la crescente curiosità suscitata dal prodotto.
