Di Nino Sangerardi:
La Giunta regionale ha ratificato la costituzione della società denominata Aree Produttive Industriali Basilicata (API-BAS spa),stante la Legge lucana n.7/2021 inerente lo scioglimento del Consorzio industriale della provincia di Potenza.
Scopo della nuova compagine,sede legale e operativa nel capoluogo lucano, è la “promozione dello sviluppo industriale e perseguimento della sostenibilità ambientale”.
Capitale sociale, versato dalla Regione, nella misura di 5.000.000,00 euro. Lo stipendio annuale lordo per l’amministratore unico pari a 73.988,29, seimila e cinquecento euro il corrispettivo in capo al Revisore legale,6.500,00 euro al presidente del Collegio sindacale e 5 mila euro ciascuno ai relativi componenti.
Gli assessori regionali hanno dato mandato al presidente Vito Bardi, tra l’altro, di nominare per il primo triennio gli organi amministrativi e di controllo.
Pochi giorni fa i vertici politici della Regione dopo aver preso atto della rinuncia del dott. Giuseppe Fasana—dottore commercialista di Como,professore a contratto “Economia e gestione imprese” all’Università dell’Insubria,ex Ufficiale della Guardia di Finanza– ad accettare l’incarico di liquidatore del Consorzio manifatturiero potentino hanno designato il successore nella persona del dott. Giuseppe Fiengo,iscritto all’Ordine degli Avvocati di Roma presso lo Studio legale Associato Campagnola Fiengo Galano.
La liquidazione del Consorzio dovrà concludersi entro 36 mesi e nel medesimo termine il liquidatore deve presentare il rendiconto della gestione accompagnato dalla relazione sull’attività svolta.
Fiengo nato a Cambridge(USA) e residente nella capitale d’Italia,già vice avvocato generale dello Stato,avvocato distrettuale dello Stato a Napoli,membro del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e della Commissione Bassanini per la riforma regionale,commissario straordinario del Consorzio Venezia Nuova(Mose),eccetera.
La debitoria del Consorzio,istituito il 22 luglio 1961 con decreto n.1011 del Capo dello Stato ,stimata in 80 milioni di euro accumulati con le gestioni ordinarie e commissariali. Balvano,Baragiano,Isca Pantanelle,Potenza,San Nicola di Melfi,Senise,Tito Scalo,Viaggiano e Vitalba sono le zone industriali,per un totale di duemila ettari, condotte dall’Ente consortile.
Venticinquemila le maestranze che risulterebbero occupate nelle aziende,cento i capannoni—di cui parecchi finanziati con Leggi statali come 219/1980 e 488/1992 e 64/1974—non utilizzati per fallimento,mancato inizio produzione o dismissione.
Un patrimonio logistico e strutturale valutato più di cento milioni di euro.