Uno non è che non volesse spenderli. Ma fossero stati la spesa per un risultato. Per come furono quei giorni della neve a Martina Franca, sapere che si sono spesi pure 111mila euro della collettività, che effetto fa? Necessaria, quella spesa. Fondamentale. Ma il quadro generale, di una disastrosa gestione dell’emergenza, sa storcere un po’il naso. Sapere, ad esempio, che si sono spesi più di 22mila euro (pubblici) per mettere in sicurezza gli alberi, e che una famiglia si è tenuta l’albero in camera da letto quattro giorni, suona un po’male.
Sapere che si sono spesi 111mila euro complessivi e che il papà di un ragazzino disabile si è fatto otto chilometri a piedi in mezzo metro di neve (foto) per andare a comprare le medicine al figlio perché nessuno era andato a soccorrerlo, fa un po’rabbia. Dunque: la spesa in sé ci sta pure. Ma il risultato non è da 111mila euro, è da duemila lire scarse. Di seguito in formato pdf la delibera riguardante le spese sostenute per fare fronte all’emergenza neve del periodo a cavallo di capodanno:
albopretorio_000004035_001_cgn_111146 Emergenza Neve
L’albero con cui una famiglia ha dovuto convivere per 4 giorni era di un privato il quale, nonostante la collaborazione interessata di uno dei maggiori imprenditori privati di Martina e nonostante l’interesse a risolvere la questione nel più breve tempo possibile per scongiurare il rischio concreto di dover pagare ingenti risarcimenti, nel rimuoverlo è riuscito a fare peggio del pubblico. Ed è tutto dire soprattutto se si pensi che i diretti interessati per le attività che svolgono certamente sapevano le imprese cui rivolgersi per la soluzione del caso.
Grazie per il suo intervento. Ma le cose non sono state raccontate da lei nella maniera completa. Il privato ha aspettato giorni e giorni per fare quella rimozione perché doveva esserci un’autorità che lo permettesse. In casi del genere, ai sensi della legge, l’autorità di protezione civile è il sindaco, che può letteralmente tutto. Tutto. E non ha fatto niente, per giorni. Siccome io ho seguito “sul campo” la cosa, per il primo, il secondo, il terzo e anche il quarto giorno, so che è andata così. Doveva essere il sindaco, cinque minuti dopo quell’incidente, a ordinare la rimozione, per i suoi poteri di protezione civile. Non lo ha fatto. E, diciamocelo, bene com’è andata, con un albero di quelle dimensioni e di quel peso appoggiato alla ringhiera di un balcone. La superficialità è stata inaccettabile. (agostino quero)
Olè‼️‼️‼️
Caro Direttore, bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno. Scusate, ma chi vi porta la legna per riscaldarvi direttamente in casa in occasione di un’ondata di freddo come quella del 30 dicembre 2014? E’ stato un privilegio per il proprietario di quell’appartamento che si è visto entrare in casa l’albero.
Meno male che le nevicate sono eventi rari altrimenti questi sono capaci di mandare il comune in dissesto, dopo la beffa anche il danno e poi ci vengono a parlare di sobrietà ma (commento modreato in questa parte)
Se è per questo il proprietario ha aspettato anni (e c’è voluta la caduta dell’albero per dare seguito) per potare gli alberi. Infatti, andavano potati e non già tagliati come la proprietà avrebbe voluto in nome della tanto desiderata pratica di edificabilità inseguita. Forse a qualcuno non è dispiaciuto (anzi!) che sia caduto l’albero. Ma a Martina non fa notizia la difesa del territorio e del verde come dimostra l’indifferenza che ha accompagnato lo sfregio della Valle D’itria consumato alle spalle di Via bellini da parte di alcuni palazzinari. E sto parlando di danni che, a differenza di quelli causati dalla neve, sono ormai irreparabili. Dove erano e cosa hanno fatto gli uomini di cultura locali quando edificavano selvaggiamente in quei posti impareggiabili?
Grazie per il suo intervento. Dove siano stati gli operatori culturali è un mistero per tutti, non solo per lei. Qui però stiamo parlando di un problema specifico e di responsabilità su quel problema specifico e non è allargando a cerchi concentrici, o tentando di spostare la mira, che si risolve il problema. Dunque: il problema di quell’albero dell’emergenza neve ha nel sindaco di Martina Franca il principale responsabile. Aveva poteri e responsabilità totali in quanto autorità di protezione civile, non ha fatto quello che doveva. Ha, con il suo lassismo, permesso che un albero pesantissimo rimanesse aggrappato a una ringhiera, sospesa a una decina di metri di altezza. Un rischio clamoroso. Durato quattro giorni. Non ha manco detto, il sindaco, a posteriori, che forse aveva fatto un madornale errore di superficialità. Ammetterlo si chiama, in un posto civile, assunzione di responsabilità. Macché. E se non capisce di avere commesso un errore gravissimo, rischia di rifarlo. A questo serve una critica sull’operato degli amministratori pubblici. Se poi la prendano per attacchi personali è un loro, naturalmente falso, problema. Come vede, io sto facendo affermazioni piuttosto gravi. E le faccio perché sono andato a verificare la situazione. Davvero spaventosa. Qui deve bloccarsi il meccanismo secondo cui nessuno è mai responsabile di nulla. (agostino quero)