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Circa cento donne e bambini dall’Ucraina arrivati a Foggia. Primi aiuti dall’Italia. Decine di morti a Kharkiv, ancora bombardamenti a Kiev. Oggi colloqui Monteparano: disposti ad accogliere rifugiati

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Bombardamenti ed assalti a Kharkiv nelle ultime ore, decine di morti. Ieri bombardamenti a Kiev, colpita anche la torre dell’antenna tv. La presidente del parlamento europeo, Roberta Metsola, ha detto che Putin e Lukashenko risponderanno di crimini di guerra.

Oggi colloqui fra delegazioni ucraina e russa al confine tra Bielorussia e Polonia.

Stando a fonti giornalistiche il presidente ucraino Zelenski è sfuggito ad un attentato

Primi aiuti dall’Italia: duecento tende in Polonia.

Partiti da Termopil, dopo due giorni di viaggio hanno raggiunto Foggia in serata. A bordo di due pullman un centinaio di profughi ucraini, donne e numerosi bambini, messi in salvo, portati via dalla guerra. Saranno ospiti di famiglie in varie zone della provincia.

Di seguito un comunicato diffuso dal Comune di Monteparano:

Nella giornata di lunedì 28 febbraio, il Sindaco Maristella Carabotto ha inviato una lettera indirizzata al Prefetto di Taranto esplicitando a nome di tutta la comunità la disponibilità ad accogliere i rifugiati di guerra ucraini. Un gesto immediato e concreto per fronteggiare la pesante emergenza umanitaria che si prospetta all’orizzonte. 
“È un gesto che parte dal profondo del cuore”, dice il Sindaco, “condiviso immediatamente dagli Amministratori Comunali e poi da molti cittadini monteparanesi che raggiunti dalla notizia sui social hanno prontamente iniziato a contattare me o altri amministratori per rendersi disponibili anche in forma privata a qualunque tipo di aiuto ed assistenza nell’accoglienza. Un sostegno e un entusiasmo che ci ha resi orgogliosi della nostra piccola comunità!”.
Una Monteparano dalle braccia larghe che già nei decenni passati ha dimostrato, come nel caso dell’accoglienza di diverse famiglie a seguito dell’esodo albanese degli anni ’90, di essere una comunità ospitale e non timorosa di confrontarsi con le differenze culturali. 

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