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Appuntamento internazionale a Firenze per il gruppo ciclistico Martina Franca Domenica scorsa

gc martina franca a firenze

gc martina franca a firenzeDi seguito un comunicato diffuso dal gruppo ciclistico Martina Franca:

Che l’avventura degli atleti del GC Martina Franca alla GF di Firenze del 30 Marzo 2014 non sarebbe stata proprio una “passeggiata” se ne erano per tempo accorti un po’ tutti, a cominciare dalle difficolta’ dovute  agli aspetti logistici. Riuscire infatti a trovare una sistemazione alberghiera in grado di soddisfare i ciclisti, interessati quasi esclusivamente alla gara, ed i famigliari al seguito, desiderosi invece di un intenso fine settimana turistico, non e’ stato facile; ma alla fine lo spirito di adattamento ed il buon senso anche nella definizione dell’orario di partenza hanno dato il via alla trasferta per Firenze. Il nostro gruppo, accolto da una giornata quasi estiva, nella ormai sgambata di rito ha preso subito contatto con i tratti iniziali e finali della gara, la salita verso Fiesole e lo strappo di via Salviati. I timori di un percorso molto impegnativo si sono immediatamente concretizzati; …. e non avevano ancora visto il resto. Domenica mattina, la solita sveglia di buon’ora; piu’ assonnati che mai, anche per l’entrata in vigore dell’ora legale. Occhi ancora gonfi e pochi sorrisi; qualche dubbio sulla scelta del percorso; il piu’ abbordabile corto da 90 km, o lo sfidante lungo da 140 ? La risposta generale rimandava la scelta al fatidico bivio dopo circa 40 km di ritmo frenetico, cominciato gia’ lungo il viale delle Cascine e proseguito poi per tutta la salita verso Fiesole. E cosi’, la squadra di undici ciclisti di Martina Franca ha voluto onorare l’impegno degli organizzatori, dividendosi sui due percorsi, diversi per lunghezza e dislivello, ma comunque impegnativi. Dopo circa 30 km, il silenzio del gruppo con l’unico sottofondo del fruscio delle catene veniva rotto da un insolito rombo assordante di motori di auto da corsa, che nell’adiacente autodromo del Mugello provavano il circuito. Ulteriore scarica di adrenalina, per quanto non credo che ce ne fosse bisogno. Il passo del Giogo, la seconda salita affrontata nel percorso di gran fondo, con i suoi 11 km di ascesa ed una pendenza media del 7% ha fatto percepire a tutti che la fatica si sarebbe fatta a breve sentire e sarebbe stato necessario amministrarsi per giungere al traguardo. Quindi una bellissima discesa ricca di tornanti prima di ritornare a salire per il passo della Futa; altri 13 km al 6.5%. Quindi, la discesa seguente ci ha portato su un tratto ondulato, anticipato da un preoccupante e disarmante cartello segnalatore : 50 km al traguardo. Se le forze erano poche, ora … anche meno. Occorreva, pero’, superare l’inaspettata salita del Pratolino. Ci siamo arrampicati anche con la forza della disperazione; ancora strappi con pendenze superiori al 10, 11, 12%. Il pignone 25, il 26 hanno lavorato tanto in questa gara; ci siamo affidati a questi rapporti, ma se ce ne fosse stato un altro …!!! Lunga la discesa prima della svolta a destra per via Salviati. Con molta attenzione abbiamo affrontato la curva con la speranza di vedere in alto finalmente lo striscione d’arrivo. Ma l’ondulazione della strada lo ha nascosto, rendendolo inesorabilmente piu’ lontano. Inserendo il 39/25, beato a chi aveva il 26 o il 27, abbiamo percorso questi ultimi 500 metri. Qualcuno saliva a zig zag, qualcuno a piedi; i crampi, in queste situazioni impietosi, costringevano alla resa un atleta che lentamente di lato si adagiava sulla strada con la bici ancora tra le gambe e un piede agganciato. Immobile, gridava dal dolore; chiedeva aiuto; ma chi si poteva fermare con una pendenza del 20%? Nonostante la fatica, la sofferenza  provata, tutto il gruppo martinese ha comunque ben figurato tra i 2000 partecipanti e la classifica finale, la posizione conta poco, e’ la prova di un difficile traguardo anche questa volta raggiunto in maniera dignitosa. Per finire, giusto due evidenze; nonostante tutte le attenzioni tecniche che abbiamo verso le nostre bici, anche questa volta due di noi sono stati appiedati da sfortunate forature; soprattutto quella di Saverio, avvenuta dopo pochi km dal via. Da sottolineare, poi,  generosita’ ed altruismo dimostrato da A. Gioiello che, vedendo un ciclista affrontare nel peggiore dei modi una curva e finire in una scarpata, non ha esitato a fermarsi, prestandogli soccorso. Saliti in autobus per il rientro, con la testa ormai rivolta al giorno dopo, di ordinario lavoro, di ordinaria quotidianita’, solo il dolore alle gambe di tanto in tanto riportava alla mente i flash di una ennesima memorabile avventura in bici.

 

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