Di seguito alcuni comunicati diffusi dai carabinieri:
I Carabinieri della Stazione di Cisternino, congiuntamente ai militari della Sezione Radiomobile della Compagnia di Fasano, hanno tratto in arresto un 76enne del luogo, per i reati di lesione personale aggravata, minaccia aggravata ed esplosioni pericolose. L’uomo verso le ore 19.30 al culmine di una lite furibonda con il figlio 38enne del luogo, scaturita per motivi di vicinato e di confini riguardo alle rispettive proprietà limitrofe, ha esploso in direzione dell’abitazione del congiunto due colpi con il fucile calibro 12 regolarmente detenuto. Uno dei colpi ha attinto il figlio di striscio alla mano sinistra, il congiunto si è cosi avvicinato al genitore e raggiuntolo ne è scaturita una colluttazione; nella circostanza, l’anziano sarebbe stato colpito alla fronte con il fucile utilizzato come corpo contundente. Entrambi si sono recati autonomamente presso il punto di primo soccorso territoriale di Cisternino, dove dopo le prime cure sono stati dimessi. L’anziano per una ferita alla fronte e il figlio per un’abrasione alla mano sinistra. Riguardo alle risibili motivazioni che stanno alla base di quanto accaduto, sono da ricercare in una serie di vecchie incomprensioni e prevaricazioni quotidiane tra i due congiunti. Padre e figlio abitano in due appartamenti limitrofi e anche i rispettivi giardini sono confinanti e tra i motivi del contendere vi è il fatto che il figlio lamenta che il genitore ha piantato alcuni ortaggi nella sua proprietà, nonché che quest’ultimo la mattina lo disturba fischiando e cantando facendolo svegliare. La perquisizione domiciliare a casa del 76enne ha permesso di rinvenire l’arma utilizzata, un fucile marca Franchi calibro 12 regolarmente detenuto che è stato sottoposto a sequestro. Nella circostanza, sono stati ritirati cautelativamente all’indagato altri 2 fucili e 34 cartucce regolarmente detenute. L’arrestato, dopo l’espletamento delle formalità di rito, è stato condotto presso la propria abitazione e sottoposto al regime degli arresti domiciliari come disposto dall’Autorità Giudiziaria.
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Nel tardo pomeriggio di ieri, due soggetti travisati, di cui uno armato di pistola, hanno fatto irruzione all’interno della gioielleria LANVIN di Carovigno, dove era presente solo il padre 75enne del titolare che è stato immobilizzato mediante l’uso di fascette di plastica da elettricista, sotto la minaccia di una pistola. Nel frattempo che era in corso l’atto criminoso è entrata nella gioielleria la moglie del 75enne che avvedutasi di quanto stava accadendo ha inveito all’indirizzo dei malviventi costringendoli a fuggire a piedi. La donna, infatti, ha tentato di inseguirli, uno dei due è inciampato cadendo per terra perdendo parte della refurtiva raccolta dall’inseguitrice. L’altro rapinatore, che nel frattempo aveva percorso un tragitto maggiore, ha intercettato, fermandola, una Fiat Grande Punto condotta da un 22enne di Carovigno, al quale ha intimato di scendere dal veicolo sotto la minaccia dell’arma e dopo esservi salito si è dileguato. Subito sono state attivate le ricerche della vettura dotata di localizzatore satellitare. Al riguardo, sono state attivate tutte le pattuglie presenti in zona che si sono poste all’inseguimento, e in un contesto di sinergia investigativa con l’effettuazione di posti di blocco e controlli, l’autovettura dei fuggitivi è stata individuata parcheggiata in Brindisi Piazza Zandomeneghi. In quell’area, il personale del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale e della Compagnia di Brindisi hanno proceduto all’individuazione e al fermo di uno degli autori, BRACCIO Vito 36enne del luogo, nel mentre tentava di allontanarsi dalle palazzine popolari del quartiere Sant’Elia. Quando è stato bloccato, l’atteggiamento palesato è apparso alquanto sospetto, l’uomo era agitatissimo e subito sono emersi numerosi elementi di contatto nell’arco temporale immediatamente precedente la consumazione della rapina con il complice, MUSCIO Alessandro 38enne del luogo. Nell’ambito dell’attività investigativa effettuata dai reparti impegnati nell’attività investigativa su Brindisi, nel cassone di una motoape parcheggiata nelle adiacenze dove è stato fermato uno degli indagati è stata rinvenuta la refurtiva asportata nella gioielleria, 17 orologi di varie marche e un anello da donna, sottoposti a sequestro. Nel corso delle verifiche, è stata rinvenuta l’arma con cui è stato perpetrato l’evento delittuoso, una pistola scacciacani occultata nella tromba delle scale al quarto piano dello stabile popolare di via Cremona del quartiere Sant’Elia. L’arma era stata occultata sotto un sacchetto di pellet sul pianerottolo ove si accede al terrazzo. Nel prosieguo delle attività è stato rintracciato il complice Muscio Alessandro, sul conto del quale sono stati raccolti una serie di elementi di responsabilità riguardo alla rapina, non ultime le escoriazioni che presentava sulle mani a seguito della caduta sull’asfalto allorquando è stato inseguito dalla madre del titolare. Pertanto, a seguito degli elementi probatori riscontrati, entrambi sono stati sottoposti a fermo di Polizia Giudiziaria, perché gravemente indiziati del reato di rapina nella gioielleria e dell’autovettura Fiat Grande Punto utilizzata per la fuga. La refurtiva recuperata è stata restituita al legittimo proprietario. Dopo l’espletamento delle formalità di rito sono stati associati nella Casa Circondariale di Brindisi come disposto dall’Autorità Giudiziaria.