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Lopalco: prevenire il virus tenendo alta l’attenzione, il futuro dipende da noi L'epidemiologo: Italia, rischi non dissimili dalle situazioni di Francia e Spagna

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Di Francesco Santoro:

È possibile che i casi di Coronavirus aumentino anche in Italia. Il pericolo non è cessato ed è necessario un invito alla prudenza. A sottolinearlo è il capo della task force pugliese per il contrasto al Covid, Pier Luigi Lopalco. «Lungi da me evocare uno dei peggiori spauracchi della nostra infanzia di baby boomer, ma dopo tante iniezioni di ottimismo credo sia doverosa» una bella dose «di sano realismo-scrive su Facebook l’epidemiologo-. La probabilità sarà, invece, legata alla capacità di risposta della sanità pubblica e alla ripresa da parte dei cittadini di quel minimo di rispetto delle regole che si è colpevolmente abbandonato».
Vietato, dunque, abbassare la guardia: il virus non è scomparso e potrebbe tornare a colpire. «Le dinamiche osservate in Francia, dunque, con qualche settimana di ritardo, potrebbero riprodursi anche da noi. Uso il condizionale perché in queste fasi i modelli matematici hanno scarsa attendibilità. Il decorso della curva epidemica, infatti, dipende fortemente dal numero di focolai che si accendono e dalla capacità locale di spegnerli».
Il convincimento di Lopalco è lapalissiano: il Coronavirus tornerà se smetteremo di proteggerci. «Se ci sono suscettibili da infettare e gli diamo la possibilità di farlo, lui infetta. In Italia è suscettibile almeno il 90% della popolazione. Al Sud il 99%-afferma il docente universitario-. Dobbiamo dunque limitarne la circolazione. La diversa tempistica che osserviamo fra i casi francesi o tedeschi e quelli italiani dipende dal fatto che quando un po’ in tutta Europa è stato allentato il lockdown, le epidemie nazionali si trovavano a livelli diversi di “maturazione”. In Italia il virus è arrivato prima e, a giugno, l’incendio era stato spento con maggiore efficacia da noi rispetto ad altri Paesi dove il virus era arrivato con qualche settimana di ritardo. In quei paesi c’erano molto probabilmente ancora tanti portatori in giro quando si è riaperto tutto».
Quello che si è verificato in Francia potrebbe replicarsi nel Belpaese. «In queste fasi i modelli matematici hanno scarsa attendibilità-sostiene Lopalco-. Il decorso della curva epidemica, infatti, dipende fortemente dal numero di focolai che si accendono e dalla capacità locale di spegnerli».

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