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San Severo: sequestro di beni al pluripregiudicato Claudio Guerrieri Bari: sequestrate t-shirt e felpe, con indivazione di produzione italiana. Accusa: non è vero. I capi di abbigliamento erano trasportati da un tir turco

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I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari – Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata – hanno eseguito in Foggia il sequestro del patrimonio riconducibile al pluripregiudicato Claudio GUERRIERI. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Foggia – Sezione Misure di Prevenzione – su proposta del Procuratore della Repubblica di Bari. In particolare, si tratta di due immobili e tre conti correnti per un valore complessivo stimato di circa 380.000 (trecentottantamila) euro. I beni sottoposti a sequestro anticipato verranno dunque confiscati se l’indagato non sarà in grado di dimostrarne la provenienza lecita.

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Nell’ambito delle misure di rafforzamento della vigilanza all’interno della locale area portuale, al fine di contrastare i traffici illeciti in genere, i Finanzieri del Gruppo Bari unitamente ai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli hanno sottoposto a controllo un autoarticolato turco, appena sbarcato da una motonave proveniente dalla Grecia, trasportante capi di abbigliamento confezionati in Turchia e destinati a un’azienda del salernitano. L’accurata attività ispettiva consentiva di rilevare, apposte su nr. 343 t-shirt e nr. 331 felpe, le etichette riportanti il marchio registrato della società importatrice e la dicitura “Produzioni italiane”, atte ad indurre in errore il consumatore circa l’origine della merce. Pertanto, la parte di carico con la fallace indicazione di origine del prodotto (nr. 343 t-shirt e nr. 331 felpe) è stata sottoposta a sequestro amministrativo mentre il responsabile legale della ditta importatrice è stato segnalato alla Camera di Commercio per violazioni all’art. 4 comma 49 bis della Legge 350/2003. Le sinergie poste in essere tra Guardia di Finanza e Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all’interno dello scalo marittimo barese, sono tese a contrastare un fenomeno dilagante quale l’ingannevole indicazione del paese di origine della merce, con il fine principale di difendere i diritti dei consumatori.

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