Un interessante articolo pubblicato dal Sole 24 ore si riferisce alla Tari, tariffa rifiuti. Che, secondo l’articolista, sta diventando uno dei balzelli più odiati in assoluto, dato l’aumento medio del 55 per cento negli ultimi cinque anni, ad esempio. Peraltro, nelle varie località italiane il costo Tari, per i contribuenti, è diverso e varia a seconda della qualità del servizio, innanzitutto. Nella statistica che fa riferimento ai dati dell’osservatorio nazionale sui rifiuti di Confcommercio e che viene pubblicata, due dati: la città con il costo medio maggiore, fra i capoluoghi italiani, è Brindisi con 308 euro (seguita da Venezia, Salerno, Benevento e Siena). La più economica è Fermo, con 76 euro. Cioè, quattro volte meno rispetto a quanto si paga nel capoluogo adriatico pugliese. Un fatto oggettivamente grave, emerge dai dati dell’osservatorio: sette Comuni su dieci, fra le città capoluogo, nel 2015 hanno speso per il servizio di gestione dei rifiuti, più di quanto legato ai fabbisogni e hanno ottenuto livelli di servizio e prestazioni inferiori. Grava fra i gravi, il caso di Brindisi: in cinque anni, incremento Tari del 97,54 per cento, ovvero quasi il doppio rispetto alla media nazionale riferita alle città capolugo. Esempio contrario, a Fermo, la Tari negli ultimi cinque anni è diminuita del 57,02 per cento.
Di seguito in formato pdf la graduatoria nazionale, fonte IlSole 24 ore: