In aula, a Montecitorio, anche cittadini di Taranto, fra il pubblico. Così, per inciso, si sono risparmiati l’odore nauseabondo nella città ionica, per una considerevole puzza di gas.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con un tweet: “Approvato definitivamente decreto legge. Per Taranto (e per l’Ilva) riparte la speranza #lavoltabuona“.
Il decreto Ilva è stato approvato anche alla Camera: 284 voti a favore, 126 contro, 50 astenuti. Il settimo della serie, è un provvedimento che dà all’Ilva nuove forme di tutela e sviluppo, sia in termini lavorativi che ambientali, secondo chi lo ha varato. L’elemento chiave è la costituzione della newco pubblica, che fra alcuni mesi darà luogo alla gestione, superando il commissariamento e praticamente, guardando ai privati.
Un decreto che non va giù alle opposizioni e, ad esempio, Fratelli d’Italia si è astenuta perché non si può penalizzare oltre il territorio. Ma per le minoranze, il decreto è sbagliato. Di Forza Italia (gruppo astenuto) ha votato a favore il solo Gianfranco Chiarelli, deputato che rappresenta specificamente il territorio della provincia tarantina. Voto contro di Sel, M5S e altri gruppi. Hanno votato a favore il gruppo del Pd e gli altri della maggioranza.
Non ci sono, peraltro, elementi di chiarezza sul pagamento delle imprese dell’indotto, come anche le proteste andate avanti fino a pochi giorni fa hanno evidenziato. Molto contestato inoltre, dalle opposizioni, il fatto che la gestione commissariale è esentata da responsabilità penali.
Altro ramo del parlamento: in Senato, oggi, in programma la relazione del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, sugli incidenti a margine di Roma-Feyenoord. Ma il ministro non si è presentato in aula. Infuria la polemica.