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Covid, Gimbe: in Puglia diminuiscono contagi e ricoveri Vaccinazioni da primato

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Diminuiscono sia gli attualmente positivi per 100mila abitanti (sono 1.957) che i nuovi contagi (-19,8 per cento rispetto alla scorsa settimana). In discesa i ricoveri in area medica che passano dal 24,9 al 20,3 per cento, mentre la percentuale di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive cala dal 10,5 per cento al 7,2 per cento. Le province più colpite sono Lecce e Foggia: rispettivamente con 848 e 580 nuovi positivi ogni 100mila residenti superano Taranto (508), Bari (477), Brindisi (472) e Barletta- Andria-Trani, che fa registrare l’incidenza più bassa in ambito regionale: 444. È il quadro decisamente più confortante, per quanto concerne la diffusione del coronavirus e le ospedalizzazioni, che emerge dal report della Fondazione Gimbe sull’andamento dell’epidemia in Puglia. «A eccezione di Emilia-Romagna, Lombardia, provincia autonoma di Trento, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto, tutte le Regioni superano la soglia del 15 per cento in area medica; Lazio e Sardegna vanno oltre la soglia del 10 per cento in area critica», commentano gli esperti dell’organismo indipendente. «Si conferma un’ulteriore riduzione degli ingressi giornalieri in terapia intensiva – puntualizza il direttore operativo Marco Mosti-, la cui media mobile a 7 giorni scende a 54 ingressi al giorno rispetto ai 66 della settimana precedente».

Vaccinazioni 

La campagna di protezione dal Covid-19 procede a gonfie vele con numeri che confermano la regione degli ulivi al primo posto in Italia per livello di copertura vaccinale. Stando all’analisi condotta dagli esperti di Gimbe, l’86,4 per cento della popolazione ha effettuato due dosi e il 2 per cento una. La Puglia mantiene saldamente il primato delle inoculazioni ai bambini dai 5 agli 11 anni: il 46 per cento ha completato il ciclo e il 7,3 per cento ha fatto solo una iniezione, sommati fanno più del 53 per cento. Il tasso di copertura delle terze dosi, invece, è dell’85,6 per cento, valore oltre la media nazionale (83,9 per cento).

Le conseguenze della guerra in Ucraina sulla campagna di protezione dal virus

Gimbe sostiene che in Italia «7,03 milioni di persone non hanno ricevuto nemmeno una dose di vaccino, di cui 2,27 milioni guarite da meno di 180 giorni e pertanto temporaneamente protette: le persone attualmente vaccinabili sono dunque circa 4,8 milioni, un dato che non tiene conto delle esenzioni di cui non si conosce il numero esatto. A dispetto di numeri ancora molto elevati, rispetto agli altri Paesi europei» il Belpaese «si colloca fra le nazioni con la più bassa percentuale di popolazione non vaccinata (16,1 per cento)». In tutto il continente europeo «si registrano differenze molto rilevanti tra Stati: si passa dal 5 per cento del Portogallo al 63,8 per cento dell’Ucraina». Il massimo esponente della fondazione, Nino Cartabellotta, si sofferma proprio sul dato ucraino, che «non deve essere sottovalutato- osserva-, considerata la drammatica situazione che poterà nelle prossime settimane migliaia di profughi» nelle città italiane. «I piani di accoglienza del governo- prosegue Cartabellotta- dovranno necessariamente includere la vaccinazione di anziani e fragili provenienti dalle zone di guerra, evitando diseguaglianze regionali. A tal proposito, occorrerà eventualmente rivalutare l’entità delle donazioni di vaccini a mRna a Paesi in difficoltà, considerata la necessità di estendere la campagna vaccinale ai profughi di guerra».

 

 


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