“Esprimiamo grande soddisfazione per un atto di generosità e solidarietà promosso da imprenditori e professionisti del territorio jonico che permetterà il prosieguo delle attività della famiglia di Michele Verdi”. Inizia così il comunicato diffuso dai responsabili del movimento che ha perorato la causa della famiglia dell’imprenditore agricolo di Laterza che si suicidò il 4 gennaio perché il bene stava per passare di mano a causa di un debito fiscale. “Ringraziamo il presidente della commissione regionale di studio e d’inchiesta sul fenomeno organizzato in Puglia, Renato Perrini, per la donazione e per aver contribuito personalmente affinché si risolvesse in tempi brevi questa importante problematica.”
Il presidente del movimento legalità Rachele Ciardo, il vicepresidente Paolo Giannico e l’avvocatessa Antonella Semeraro rammentano la vicenda drammatica.
” Il 4 gennaio scorso un allevatore di Laterza, titolare di un’azienda zootecnica tra Laterza e Altamura, Michele Verdi, si tolse la vita dopo che la sua azienda fu messa all’asta”. Proprio il presidente della commissione regionale antimafia, due mesi fa, volle tenere un’audizione del movimento legalità. “Il drammatico racconto” sottolinea Antonella Semeraro “dell’allevatore di Laterza che si è suicidato dopo aver visto la sua azienda agricola per poche migliaia di euro all’asta è stato uno di quei momenti che rimarrà indelebile nella storia: Michele Verdi aveva visto la propria masseria, valutata 330mila euro, finire all’asta per soli 24.700 euro a causa di tante aste andate deserte. Una situazione talmente insopportabile che lo ha indotto al gesto estremo. Il movimento legalità, composto da soli volontari e senza scopo di lucro, nello svolgimento dei propri lavori ha avuto necessità di consultare alcuni legali, per poter formulare delle proposte a livello politico per alleviare questa inquietante problematica.” Proprio l’avvocatessa di Martina Franca “si è distinta per aver risolto brillantemente una situazione molto complessa. Tuttavia, a margine dell’audizione tenutasi lo scorso 4 marzo, stiamo lavorando insieme al presidente della commissione regionale antimafia Renato Perrini per presentare una proposta di legge riguardante anche i ribassi d’asta: se un bene vale 330mila euro non può essere venduto a 24.700. Il movimento legalità riconosciuto al registro nazionale del terzo settore, continuerà ad operare affinché, come nel caso brillantemente risolto dall’avvocatessa Antonella Semeraro, tutte le parti coinvolte nelle procedure esecutive prestino la massima attenzione nell’applicazione delle leggi dello Stato, nella legalità appunto, in quanto la procedura esecutiva non deve divenire una ‘punizione’ per chi la subisce ma l’epilogo di una giustizia veramente giusta”.