Due morti, Giuseppina Fiore di 28 anni e suo marito Luigi Veneziano di 37. Quattro feriti: Salvatore Veneziano, tre anni, figlio della coppia di deceduti; Antonio Morelli, 85; Alberto Capolongo, 62 anni, e sua moglie e coetanea Anna Rosa Ricucci. Il bilancio dell’esplosione della scorsa notte alle quattro meno dieci, in via Edmondo De Amicis a Foggia, è questo. C’è quello poi dei danni all’edificio di sei piani: i due ai livelli più bassi sono distrutti, quattro case sventrate. Tutto per una fuga di gas: potrebbe essere stato Antonio Morelli, accendendo la luce nella notte, ad aver fatto saltare in aria l’immobile, per una fuga di gas dalla sua cucina. Morelli, vicino di casa dei Veneziano. Il bambino si è salvato dal crollo del solaio che ha ucciso i suoi genitori perché una piastra in ferro del letto dei genitori ha fatto da scudo: il piccolo stava dormendo nel lettone, con mamma e papà. Il bambino è stato salvato perché i soccorritori hanno sentito le sue urla disperate dalle macerie.
Una cosa sconvolgente, un altro crollo a Foggia dopo quelli di viale Giotto, 67 morti a novembre 1999, e via delle Frasche, otto vittime a novembre 2004. Stavolta le accuse sono immediate, rispetto a eventuali responsabilità: c’è chi parla di presa in giro, c’è chi dice che i tecnici Amgas, allertati ieri a causa di un sospetto odore di gas, hanno detto che era tutto a posto, non c’erano problemi. L’inquilino del quinto piano è il più deciso di tutti nel riferire l’evolversi delle ore precedenti l’esplosione. Una tragedia. Forse evitabile: e accanto al capitolo del dolore, c’è quello delle accuse, nella tragedia di Foggia.