Il rilancio riguarda anche il numero di lavoratori. Subito 9800 sui 14mila circa attuali. Poi, con tecniche produttive innovative, portare a dieci milioni di tonnellate annue di acciaio l’attività, cosa che farebbe rientrare altra forza lavoro ancora. E investimenti iniziali aumentati, nella proposta, a un miliardo 850 milioni di euro. Così il gruppo che fa capo a Jindal prova, in extremis, a soffiare l’Ilva ai concorrenti di Arcelor-Mittal. I rilanci, da escludere per l’avvocatura dello Stato, sono invece auspicati da sindacati, istituzioni locali e Regione Puglia perché le proposte giunte sono ritenute inaccettabili, in rapporto soprattutto agli esuberi. Lunedì l’assegnazione.