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A Monopoli c’è un primatista di ritrovamento portafogli: cinque (per ora) Alfio Bevilacqua

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Scrive Ruggero Cristallo:

«Buongiorno, ho smarrito patente e carta di identità, vorrei far denuncia. Avrei bisogno di un permesso per guidare». «Bene, si accomodi. Ma per farle il permesso, mi serve un documento».

In questo surreale (e vero) dialogo con un appuntato scelto dei Carabinieri ci sono due elementi: l’ottusità della burocrazia e le difficoltà che essa oppone a chi, distrattamente, ha smarrito il portafogli. Perché ottenere un documento, dopo che si è perso, non è per nulla facile.

Se non se ne hanno altri (il passaporto, ad esempio), per ottenere la nuova carta di identità, occorre presentarsi all’ufficio anagrafe con due testimoni che attestino la tua identità. Quindi prenotare il giorno per eseguire la pratica: a Bari il primo appuntamento possibile è l’11 luglio.

Per guidare, serve il permesso rilasciato dalle forze dell’ordine: quindi bisogna tornare dove si è fatta la denuncia. Per riottenere la patente occorre far la fila alla Motorizzazione, ma è quasi impossibile prenotare il posto. In alternativa, rivlgersi in agenzia:  la pratica  costa 90 euro (il versamento costa poco più di 10 euro).

Insomma, perdere il portafogli costa giornate perse di tempo, fastidi ad amici o familiari, denaro: eppure sia il Comune, sia le forze dell’ordine hanno gli estremi del vecchio documento: non sarebbe più semplice ottenere online (lo Spid servirà a qualcosa) un duplicato?

La mia disavventura, che vi ho raccontato, si è però conclusa in modo diverso, e migliore. Sulla mia strada è apparso il signor Alfio Bevilacqua, siciliano trapiantato a Monopoli dove ha una rinomata falemagneria. Ha trovato il mio portafogli smarrito. Mi ha cercato sui social (dove non ci sono). Ha provato a risalire al mio indirizzo spulciando alcuni scontrini, chiamando persino una farmacia, dov’ero stato ma non sapevano chi fossi. Poi si è arreso e ha perso nuovamente il suo tempo, consegnando i miei documenti alla Polizia. Che infine mi ha chiamato e me li ha restituiti. Ho telefonato ad Alfio per ringraziarlo: mi ha detto che, nell’affannosa ricerca di chi scrive, ha coinvolto anche sua figlia, partecipe orgogliosa di cotanto padre. Che a risolvere i problemi altrui ha ormai fatto il callo: il mio è il quinto portafogli restituito dal signor Bevilacqua. Che, da vero “boss” dei documenti smarriti, ti restituisce identità, tempo e soldi.


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