L’uomo, intorno a mezzanotte, si trova vicino ai gradini di accesso al centro servizi di Martina Franca. Un po’ dorme un po’ si alza e fa un giro: questo per l’intera notte, in strada. La moglie e le due figlie minorenni (una in età di scuola elementare) dormono ospiti della famiglia di una compagna di scuola di una figlia. Marito e moglie gravati da patologie invalidanti (non lavorano) ed una delle figlie a sospetto di dislessia se non di una lieve forma di autismo, dice la mamma.
A metà luglio sono incappati nello sfratto per morosità dopo avere dovuto lasciare, un anno prima, un altro appartamento.
L’arredamento dell’abitazione è momentaneamente depositato presso un’azienda di traslochi. L’auto di famiglia, un’utilitaria, sequestrata per il mancato pagamento dell’assicurazione.
Il quadro descritto dalla donna è questo.
La famiglia si è rivolta al Comune ed il sindaco come il settore servizi sociali sono impegnati da subito per una soluzione, almeno temporanea. Si ipotizza di pagare per sei mesi una somma ad un proprietario (ancora non individuato) di un immobile perché dia luogo ad una locazione alla famiglia. Che peraltro non ha, praticamente, reddito eccettuata la misura per l’invalidità o qualche lavoro saltuario.
Il centro assistenza volontariato ed il Ser comunicano la possibilità di alloggiare, almeno temporaneamente, la famiglia.
Poco percorribile sembra, quale soluzione definitiva, l’assegnazione di un alloggio popolare perché in graduatoria quella famiglia è diciassettesima e non c’è un adeguato numero di case disponibili per arrivare a quella posizione della graduatoria.
La soluzione di questa vicenda in senso sistematico appare complicata perché manca di fatto un requisito essenziale, il reddito. Ci vorrà uno sforzo di volontà di qualcuno, chissà chi, per risolvere la questione. Soluzione complicata. Ma un senso di comunità, se non ora quando.