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Oggi al Tar di Bari il caso del mercato coperto di Alberobello Il sindaco: ordinanza di sgombero per motivi di sicurezza. Alcuni commercianti hanno fatto ricorso al tribunale amministrativo

mercato coperto alberobello

travi mercato coperto alberobelloIn qualche modo, è singolare che ci si sia ridotti al Tar. Un’ordinanza di sgombero, legata alla tutela dell’incolumità pubblica ed emessa sulla base di una perizia congiunta e siglata dal tecnico comunale e dal funzionario dell’Asl, è stata impugnata da alcuni commercianti. Quelli che operano nel mercato coperto di Alberobello, struttura che presenta lacune strutturali tali da non farla considerare sicura per gli esercenti stessi e l’utenza. Però c’è il ricorso. Loro, i commercianti, sostengono che il Comune li caccia dal posto di lavoro, perché c’è in ballo un finanziamento del Gal (gruppo di azione locale) per ristrutturare l’immobile. Peraltro lo stanziamento è legato a un’ala dell’immobile diversa da quella in cui lavorano quelle persone.

La storia, in realtà, è originata da lontano: sette anni fa venne deciso dall’amministrazione comunale di realizzare un nuovo mercato coperto e gli undici commercianti che all’epoca lavoravano nell’attuale struttura, ottennero delle postazioni nel nuovo mercato. Poi, però, l’azienda che stava realizzando il nuovo immobile fallì e il nuovo mercato coperto non c’è più. Ma la decisione dell’amministrazione comunale, di sette anni fa, resta. Sulla base di quella, il consiglio comunale ha deciso di variare destinazione d’uso all’immobile attualmente usato: per usi sociali. Giocoforza, dunque, i commercianti, da lì, devono andar via. In più, da quattro anni (secondo la tesi comunale) aspetta da quattro anni il pagamento delle spettanze, da parte di alcuni di quegli imprenditori. I quali avranno certamente la loro versione, al riguardo.

pavimento mercato coperto alberobelloQuesto il caso politico oltre che imprenditoriale, legato alla vicenda. Poi, il caso che balza immediatamente in testa a tutto: la sicurezza. Il 16 giugno, verbale tecnico dell’autorità sanitaria. La struttura non è sicura. Da qui l’ordinanza del sindaco. Impugnata dai commercianti. Oggi il Tar di Bari si esprime sulla sospensiva, chiesta appunto dagli esercenti, del provvedimento di Michele Longo. Ma che una questione di sicurezza sia finita al Tar, va ribadito, è anche grave, per certi aspetti. Con quel pavimento così (per non parlare dei pilastri ormai col ferro che spunta fuori) e con i bagni che non funzionano, si poteva continuare?


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