La situazione nel partito democratico della Puglia si è infuocata. Al calor bianco. E riguarda i vertici della segreteria, in particolare il coordinatore del Pd pugliese, Giovanni Procacci. Lui, in questa storia, c’entra da padre. Dunque: una notizia riguardante l’inchiesta della Guardia di finanza su presunte irregolarità in concorsi dell’università di Bari ha scatenato il terremoto politico in casa democratica. Uno di questi concorsi riguarderebbe, perché finora i presunti interessati non hanno ricevuto nulla, Pasquale Procacci, figlio di Giovanni e da cinque anni ricercatore all’ateneo barese in quanto vincitore del concorso.
Guglielmo Minervini ha detto: “siamo pronti a sospenderci dal partito democratico se il coordinatore della segreteria Giovanni Procacci non rimetterà il suo mandato e se Michele Emiliano, da segretario, non sia lì a pretendere che lasci il posto”.
Minervini ed Emiliano sono candidati (con Dario Stefàno) alle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato presidente della Regione Puglia.
Fra Minervini e Procacci la lite è esplosa sul social network. Parlando anche dei rispettivi figli. Due comunicati molto duri nei toni. Procacci non si dimetterà, Minervini ritiene che il partito vada tolto dall’imbarazzo.
Primarie di coalizione, le ultime parole famose.