Cinque milioni e mezzo di migranti in Italia, dati riferiti all’1 gennaio 2014. Non c’è, dunque, ancora il parametro aggiornato con l’imponente ondata migratoria degli ultimi mesi. Peraltro, rispetto all’anno prima, si tratta di un incremento di mezzo milione di persone e le donne hanno superato in numero gli uomini, di circa trecentomila unità.
Il meridione è senza alcun dubbio la porta della migrazione, si pensi a Lampedusa stremata e anche alle altre regioni che offrono la prima accoglienza (la Puglia, ad esempio) ma non è il posto in cui si fermano i migranti: solo il 14,6 per cento. Invece il 60 per cento circa dei migranti, e si parla dunque di tre milioni abbondanti di persone, vivono al nord Italia. Al centro, ovviamente, il restante 25,5 per cento circa. Migrazione che si concentra, fra l’altro, in quattro province. Milano, Roma, Torino e Brescia, da sole, ospitano un quarto della popolazione extracomunitaria. La Lombardia, da sola, è domicilio o residenza del 22,9 per cento degli stranieri e il Comune lombardo di Baranzate, con il 31 per cento, detiene la percentuale più alta in assoluto.
I minori sono un milione e a scuola sono censiti, dati anno scolastico scorso, 802785 alunni stranieri (nel 1991 erano ventiseimila). I permessi di soggiorno sono aumentati in misura del 488 per cento in dieci anni, per motivi di lavoro; del 1328 per cento, nello stesso periodo 1993-2013, per motivi familiari. Discriminazioni: lo scorso anno ne sono state denunciate 1142 di cui il 68,7 per cento di natura etnico-razziale e l’ambito in cui si fa maggiormente discriminazione è quello dei mass-media (oltre il 52 per cento dei casi), seguito da quello della vita pubblica (20 per cento circa), da quello lavorativo nel 7 per cento dei casi e quello dell’accesso alla casa, nel 5 per cento dei casi.
Nazionalità di stranieri extracomunitari maggiormente rappresentate in Italia: Marocco, 525mila; Albania, 503mila; Cina, 321mila; Ucraina, 234mila; Filippine, 166mila.
Di seguito in formato pdf la sintesi del rapporto statistico:
