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Il contenzioso milionario fra Banca popolare di Bari e Unicredit, che molto ha a che fare con il caso Parmalat Le richieste dell'istituto pugliese sono state respinte in primo grado, se ne riparierà fra un anno e mezzo in appello

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Di Nino Sangerardi:

La diatriba giudiziaria vede protagonisti Banca Popolare di Bari e Unicredit spa. In ballo non pochi milioni di euro.
La Banca barese invia a Capitalia spa, oggi Unicredit spa, la citazione in merito alla responsabilità contrattuale della Banca di Roma, capogruppo del Gruppo Bancoroma.
Il contenzioso ha per oggetto:
1) danni patiti dalla controllata Nuova Banca Mediterranea in ragione del negligente esercizio delle mansioni di direzione e coordinamento di competenza della Banca di Roma;
2) danni patrimoniali e non, patiti dalla Banca Popolare di Bari in relazione al proprio investimento nella Nuova Banca Mediterranea: ciò per erronea classificazione di posizioni creditizie,con particolare riguardo al Gruppo Parmalat, in specie nel comparto turistico, considerate dalla Banca di Roma in bonis al momento della cessione della Nuova Banca Mediterranea quando, viceversa, già presentavano sintomi di criticità tali che avrebbero dovuto indurre una prudenziale classificazione di dette posizioni finanziarie.
Probabilmente Banca Popolare di Bari si riferisce al foraggiamento, sviluppato da Banca Mediterranea spa, controllata da Banca di Roma, del Gruppo di Calisto Tanzi: nonostante quest’ultimo fosse immerso nella palude degli incagli e debiti.
L’ispezione di Bankitalia (dentro i conti di Banca Mediterranea) racconta di fidi concessi senza alcuna garanzia ai manager di Parmalat spa e Itc & P società attiva nel turismo. Denaro usato da Parmalat per acquistare azioni della stessa Banca creditrice: Banca Mediterranea.
Il tasso d’interesse sul fido concesso a Parmalat veniva spontaneamente scontato da Banca Mediterranea in maniera molto favorevole, escludendo dalle spese la “commissione scoperto” e il “secondo tasso dare”. Partite di giro mirabolanti.
I soldi che Parmalat ha incamerato uscivano da una Banca la cui dinamica finanziaria è stata definita dagli ispettori della Banca d’Italia così: “… In preda a disordine contabile e a gravi carenze sulle procedure operative… Soldi viaggianti, sospesi in conti transitori”, concessi in base a meri rapporti di conoscenza personale.
La causa avviata dalla Banca Popolare di Bari è radicata nel Palazzo di Giustizia di Potenza.
I giudici, con sentenza di primo grado, hanno respinto la richiesta dell’Istituto bancario pugliese.
Quest’ultimo ha fatto appello.
L’udienza di precisazione delle conclusioni è stata fissata, d’ufficio, al 27 giugno 2017.


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