Di seguito, il testo della lettera inviata al prefetto di Taranto e ai sindaci della provincia di Taranto da Ciro Manigrasso, Monteiasi cittadini/e non come tifosi ma “protagonisti”:
Il contratto di programma 2015-2019 siglato tra Poste Italiane e Ministero dello Sviluppo Economico ha portato al cosiddetto “Piano di razionalizzazione” che ha già coinvolto ben 86 paesini nelle province di Foggia (54), Brindisi (8) e Lecce (24) e riguarderà a breve ulteriori 39 località nel barese (13), nella BAT (4) e nel tarantino (22). Il totale complessivo è di 125 Comuni pugliesi dove è stato introdotto o lo sarà a breve la consegna a giorni alterni della corrispondenza, dando il via alla chiusura di numerosi uffici postali nei piccoli centri e privandoli, così, di un servizio essenziale per il quale Poste Italiane incassa 262,4 milioni di euro l’anno di soldi pubblici.
“Una nuova ondata di tagli che ha prodotto tonnellate di missive in giacenza, con bollette consegnate anche dopo la scadenza, e compromettendo persino invii prioritari, come raccomandate dell’Inps, avvisi di Equitalia, Telegrammi ecc.
Non solo, questo scellerato piano di riorganizzazione, messo in atto con il benestare del Governo e che andrà a regime ad inizio 2018 e coinvolgerà 5.300 Comuni in tutta Italia, contrasta con le norme Ue che obbligano gli Stati membri ad assicurare la raccolta e la distribuzione degli invii postali al domicilio del destinatario ‘come minimo cinque giorni lavorativi a settimana’ e che, solo in presenza di circostanze o condizioni geografiche eccezionali, sia ammissibile la fornitura per un numero inferiore di giorni. Profili di eccezionalità che, per ammissione delle stesse Poste Italiane, sono assenti.
Poste Italiane ha infatti ammesso che la riduzione del servizio non dipende da particolari difficoltà nel raggiungere le località interessate bensì da un mero calcolo di convenienza economica.
Anche il Parlamento europeo è intervenuto sulla materia: oltre un anno fa ha approvato una risoluzione che ribadiva la necessità, da parte degli Stati Ue, di garantire il servizio universale e il mantenimento degli sportelli postali proprio in quelle aree remote, montane, disagiate e a maggiore rischio di isolamento. Perché l’Italia sta facendo tutto l’opposto, rischiando di incorrere in una procedura d’infrazione europea per violazione del diritto degli utenti? Un ulteriore danno che sarà scaricato sulle teste e sulle tasche dei cittadini”.
Dei 125 Comuni pugliesi coinvolti, 86 hanno già subito la mannaia di Poste Italiane
A breve, invece, saranno interessati 39 nuovi Comuni pugliesi: 22 in Provincia di Taranto (Avetrana, Carosino, Castellaneta, Crispiano, Faggiano, Fragagnano, Laterza, Leporano, Lizzano, Maruggio, Monteiasi, Montemesola, Monteparano, Mottola, Palagianello, Palagiano, Pulsano, Roccaforzata, San Marzano di San Giuseppe, Sava, Statte, Torricella).
Già servirsi dei servizi di Poste Italiane, perché alcune operazioni si effettuano solo presso tali sportelli, significa affrontare una odissea pari alle guerre puniche, a questo si aggiungono ulteriori ridimensionamenti dei servizi e il quadro è completo.
Quello che si chiede alle Istituzioni è un intervento energico presso il Governo affinchè tutto questo non accada.
Si propone una Assemblea Pubblica da tenersi in uno dei Comuni Interessati, convocando i rispettivi Organi Istituzionali, al fine di organizzare la protesta da mettere in atto, magari cercando di coinvolgere tutte le Parti Sociale e coloro che a vario titolo rappresentano le Istituzioni.