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Caves Project | A Castellana Grotte la conclusione di un importante progetto che ha dato il via a sinergie significative in materia di turismo speleologico Il resoconto dell'ultima tappa dell'iniziativa promossa dal Gruppo Speleologico Martinese

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di Angela Maria Centrone

Si è conclusa lo scorso 27 novembre Caves Project, un’iniziativa ideata e promossa dal Gruppo Speleologico Martinese e sostenuta dal Programma Interreg IPA CBC Italia – Montenegro – Albania, che si è articolata in tre momenti, gettando le basi per un ideale ponte sotterraneo tra la Puglia e l’Albania.

In questa ultima e terza tappa, tenutasi nelle Grotte di Castellana, i partecipanti durante la mattinata hanno assistito ad un seminario focalizzato sulla gestione e sulla tutela delle grotte turistiche, nel pomeriggio hanno visitato lo straordinario complesso di cavità carsiche ospitante.

La giornata è cominciata all’interno della suggestiva Grotta de’ La Grave con i consueti saluti istituzionali da parte di Victor Casulli (Presidente delle Grotte di Castellana), Francesco De Ruvo (sindaco di Castellana), Antonio Agrosì (segreteria congiunta del Programma Interreg IPA CBC Italia – Montenegro – Albania), Mario Parise (SSI – Società Speleologica Italiana), Leonardo Damiani (direttore del DICATECH del Politecnico di Bari), Claudio Polignano (Capo della delegazione Tirana per la Regione Puglia), Oronzo Simone (Associazione Italiana Geologi) e Michele Marraffa (Presidente del Gruppo Speleologico Martinese).

Quando si parla di patrimonio carsico, quel che sicuramente risulta ormai una necessità è l’importanza di fare rete attraverso “la conoscenza, la speleologia e le ricerche scientifiche”, come ha detto il dott. Parise.

Ed è questo il cammino cominciato concretamente con Caves Project, come ha sottolineato il presidente Marraffa raccontando lo scambio di know-how avvenuto durante la tappa albanese del progetto, tenutasi lo scorso settembre.

Sono proprio le esperienze maturate nella gestione delle grotte turistiche l’argomento del dettagliato intervento di Francescantonio D’Orilia, presidente dell’A.G.T.I. (Associazione Grotte Turistiche Italiane) e presidente della Fondazione Mida che gestisce le grotte di Pertosa-Auletta in Campania.

Grotte di Castellana
Foto di Michela Cerini

Valorizzazione e divulgazione, studio, tutela, promozione e formazione sono le attività che negli anni hanno reso Pertosa-Auletta un esempio virtuoso di management delle grotte turistiche. Il successo di questo sito naturale, molto particolare per via del fiume sotterraneo che scorre tra le cavità, ha avuto una ricaduta ad ombrello su tutto il territorio circostante attivando progetti concatenati come il Museo del Suolo di Pertosa. Inoltre, oltre a lavoro continuo atto a rendere sempre più accessibili ed inclusive le grotte, D’Orilia ha spiegato come dal 2013, per mezzo dell’attivazione di un protocollo d’intesa, sia cominciato un dialogo proficuo e collaborativo tra A.G.T.I. e S.S.I., le quali non troppo spesso si sono ritrovate a condividere gli stessi obiettivi, proprio perché, nel passato, la conversione a scopo turistico non sempre ha rispettato le operazione di tutela dei siti e, a ragione, ciò ha fatto storcere il naso agli speleologi.

Ora, se in Italia, in qualche modo si è giunti ad un certa consapevolezza e percezione di bene naturale condiviso, l’interesse è quello di attuare queste pratiche in Albania, dove al momento non esiste nessuna associazione speleologica costituita e le grotte conosciute sono indicate assieme agli altri geositi, come ha illustrato Nexhip Hysolakoj, responsabile dell’Agenzia Nazionale per le Aree protette in Albania, durante la sua presentazione, facendoci notare come dalle nostre coste siano visibili e nitide le splendide montagne albanesi.

“È importante proseguire su questa strada e puntare ad una promozione congiunta tra Italia e Albania del patrimonio carsico” ha specificato Claudio Polignano durante il suo saluto.

Questa necessità è letteralmente vitale non solo perché i nostri Paesi sono così vicini, ma anche perché moltissimi studiosi, speleologi e geologi, effettuano spedizioni di ricerca in territorio albanese, proprio per la ricchezza naturale ancora inesplorata che lo contraddistingue e, come ha commentato Gianni Grassi, presidente del Soccorso Alpino e Speleologico per la Regione Puglia, in Albania non ci sono uomini addestrati e mezzi d’avanguardia come i nostri per il soccorso in zone impervie.

Insomma “ridurre i danni” trasmettendo pratiche di tutela, come ha detto Michele Marraffa, ma anche condividere pratiche di sicurezza con gli altri Paesi.

Ma, invece, in Italia? Cosa è stato fatto? E cosa si continua a fare in materia di fenomeni carsici, salvaguardia e turismo?

Se già D’Orilia, in apertura all’evento, ha illustrato le attività perpetrate per le Grotte di Auletta-Pertosa, Alessandro Reina, direttore scientifico delle Grotte di Castellana, ha mostrato tutti i provvedimenti – come il monitoraggio delle temperature e il conseguente contingentamento dei visitatori – che invece sono stati attuati a Castellana, l’incantevole complesso carsico di cui siamo stati ospiti.

Inoltre, è azione fondamentale, anche e soprattutto in terreni privati, segnalare le grotte non ancora denominate, come ha spiegato, durante il suo intervento, Alessio Lacirignola, guida del Gruppo Speleologico Martinese, allo scopo di inserirle nel catasto nazionale, perché “se una grotta non si conosce, allora non esiste e non è possibile tutelarla”.

La giornata si è conclusa con la visita lungo i cunicoli dei circa 3 km attraverso i quali si estendono le Grotte di Castellana tra le rocce calcaree prevalentemente del tipo di Altamura. Un percorso meraviglioso che nasconde ancora storie da scoprire, come succede per tutti i fenomeni carsici: il mistero che avvolge il sottosuolo è sempre in divenire, a prescindere da quel che succede in superficie. Così come oggi gli speleologi continuano la loro attività, mentre il pianeta è avvolto dalla pandemia, così fu quel 23 gennaio 1938, quando in tutto il mondo stava per scoppiare la Seconda Guerra Mondiale, Franco Anelli e Vito Matarrese, si addentravano nelle voragini nascoste della murgia barese. Chissà che le risposte ai mali dell’umanità non siano proprio lì, sotto i nostri piedi.

Per conoscere tutte le attività e i corsi del Gruppo Speleologico Martinese si può visitare il sito > https://gsmartinese.it/


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