Nel nostro Paese il 16 per cento dei disabili, stando a statistiche, vive solo. Nell’ultimo anno, uno su tre ha rinunciato alle cure per motivi economici.
Nel mondo sono circa un miliardo i disabili, secondo le stime Onu: il 15 per cento della popolazione del pianeta.
La giornata delle persone con disabilità non sia ridotta a qualcosa di ipocrita. Ovvero: i sedicenti normodotati che per dare un tono elle loro coscienze parlano di “diversamente abili” smettano, oggi e ogni giorno, di parcheggiare negli spazi riservati ai disabili, per esempio. Smettano di invadere le discese dei marciapiedi riservate ai disabili. Smettano con questi ed altri comportamenti che fanno sentire, appunto, disabili, le persone.
Tante iniziative oggi, anche in Puglia. As esempio quella descritta nel comunicato di seguito:
Ogni anno il 3 dicembre si celebra la Giornata internazionale delle persone con disabilità e come ogni anno l’Istituto Comprensivo Galileo Galilei di Taranto prepara una festa a tema. Quest’anno con un giorno di anticipo ed è stata intitolata: Giornata senza frontiere.
“La disabilità non è un limite, ma un dono di unicità – spiega la dirigente scolastica, Antonietta Iossa -. Lo scopo di questa iniziativa è sensibilizzare tutti noi e i nostri ragazzi in crescita sull’importanza dei diritti e del benessere delle persone disabili, ponendo l’accento sull’importanza dell’integrazione e dell’inclusione contro ogni tipo di discriminazione. La nostra è una scuola che punta molto sull’ inclusività e oggi ne è stata una prova”.
Alla manifestazione ha partecipato Marco D’Aniello, campione italiano di nuoto con autismo che ha infiammato i cuori dei ragazzi presenti. Partendo dal suo libro, “Il mio tuffo nei sogni, una storia di sport e amicizia” di Rossella Montemurro con la prefazione di Mara Venier, edito Altrimedia, ha raccontato la sua storia e risposto alle innumerevoli domande, cantando e ballando con loro, senza lesinare su abbracci e selfie. Un ragazzo speciale che ha ricordato a tutti che non bisogna mai mollare, nemmeno quando la vita può sembrarti difficile e diventi oggetto di scherno e bullismo. C’è sempre una speranza. Con il suo motto #tristezzamai ha ricordato a tutti i presenti che bisogna vivere credendo sempre nei propri sogni nel rispetto degli altri.
“Mi sentivo perso, ero vittima di bullismo – ha raccontato Marco -. Poi ho visto quella fiction con Raoul Bova e mi è scattato qualcosa dentro: ho capito che potevo anche io fare qualcosa di bello. E che lo sbagliato non ero io: io sono speciale”.
“Ringrazio Marco per essere stato con noi come testimonial diretto di come le attenzioni e la giusta spinta possano portare a raggiungere grandi traguardi. Ringraziamo anche la sua mamma e il suo papà che lo hanno accompagnato”, conclude la DS.