Di seguito un comunicato diffuso dalla parlamentare Vincenza Labriola e a seguire, il comunicato del parlamentare Gianfranco Chiarelli:
“Una caduta libera che dovrebbe mettere in allarme le istituzioni cittadine, quella di Taranto. Una realtà sempre più abbandonata a se stessa, nella quale chiudono i negozi regolari e prolifera l’abusivismo commerciale, in cui la crisi, occupazionale ed economica, dà ampio margine d’azione alla malavita, che agisce con sempre maggiore vigore. L’arresto dei sei componenti di una banda dedita alle estorsioni e alle rapine, avvenuto nelle scorse ore ad opera della Polizia, l’esplosione di un ordigno di fronte ad un esercizio commerciale in via Duca degli Abruzzi, a pochi passi dal cuore pedonale della città e alle nove di sera, evidenziano una crescente presenza criminale, nei confronti della quale è necessario impegnare più risorse, in termini di prevenzione e di repressione. Servono più presidi lungo le strade, nelle piazze, a partire dalla polizia municipale, nelle ore diurne come nella notte, serve una determinazione superiore nel fronteggiare la mancata osservanza delle leggi. Quasi un anno fa l’allora ministro degli Interni Alfano promise l’arrivo in città di 50 militari, per meglio affrontare l’emergenza migratoria, cosa purtroppo mai avvenuta. Il territorio tarantino ha bisogno di maggiore controllo, o sarà presto impossibile invertire la marcia”, così l’onorevole Vincenza Labriola del Gruppo Misto alla Camera dei Deputati.
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Discorso di fine anno, quello del presidente Mattarella, sicuramente equilibrato, di buon senso, come ci si aspetta da chi, in un momento politico sicuramente molto delicato, deve garantire la massima neutralità. Diverso, per ovvie ragioni, quello fatto pochi giorni prima da Gentiloni: scontato, ma per alcuni versi anche contraddittorio. Da un lato il premier parla di continuità e difende le riforme firmate Renzi, dall’altro però ha cominciato a mettere mano ad alcune tra le più discusse, come la “buona scuola”, che è costata la poltrona al ministro Giannini, e al Jobs Act, in questo caso per evidente timore di una nuova, più eclatante, sconfitta in caso di referendum. Nulla di ciò che ci si attende ovviamente rispetto a riforme disastrose! Ma al di là dei discorsi, ciò che preoccupa è come il 2017 si stia presentando per gli italiani. Si è chiuso l’anno denunciando condizioni di disinflazione e, pertanto, non si è riconosciuto alcuna rivalutazione alle pensioni; da gennaio, però, secondo studi delle principali associazioni dei consumatori, aumentano le tariffe dei principali servizi: gas, luce, carburanti, pedaggi autostradali! E, per il noto effetto domino, quando aumenta il costo dei servizi aumentano tutti i listini! Nessuna prospettiva di riduzione della pressione fiscale e rischio fondato di un aumento anticipato dell’ IVA. Con queste premesse c’è da attendersi un ulteriore stagnazione dei consumi e nessun miglioramento per la occupazione. È evidente che necessiti una reale svolta; quella che gli italiani con il voto del 4 dicembre hanno chiaramente richiesto, bocciando non solo la riforma costituzionale, ma l’intera azione del governo.