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Maltempo: dramma Emilia-Romagna, in Calabria ponte ko. Puglia, “nove Comuni su dieci a rischio idrogeologico”. Intanto parte la prevenzione incendi In arrivo caldo pre-estivo

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L’immagine di home page è tratta dal centro meteo Emilia-Romagna. Si riferisce all’alluvione di Faenza.

Screenshot 20230504 122607La foto interna è tratta da un video diffuso da un cittadino ieri. Strada Sila-mare: per la pioggia abbondante quel ponte è finito in quelle condizioni.

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Di seguito un comunicato diffuso da Coldiretti Puglia:

In Puglia 9 comuni su 10 pari all’89% del totale sono a rischio idrogeologico anche per effetto del cambiamento climatico che aggrava lo stato di salute di un territorio già molto fragile per la cementificazione e l’abbandono. A ricordarlo è Coldiretti Puglia, in relazione alle ondate di maltempo che si stanno succedendo nelle ultime settimane in Puglia.

Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

Il rischio idrogeologico riguarda contesti prevalentemente agricoli o naturali perché in Puglia la terra frana e si consuma anche a causa dell’abbandono delle aree rurali per fattori diversi – insiste Coldiretti Puglia – a cui si aggiungono fenomeni meteorologici sempre più intensi, concentrati in poche ore e su aree circoscritte, con alluvioni e danni anche in aree non eccessivamente antropizzate. La salvaguardia del suolo, dell’ambiente e delle produzioni agricole e agroalimentari è fondamentale per garantire un avvenire alle future generazioni.

A questa situazione – sottolinea la Coldiretti – non è certo estraneo il fatto che negli ultimi 50 anni è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari a causa dell’abbandono e della cementificazione che rende le superfici impermeabili.  Per questo – continua  la Coldiretti – l’Italia deve difendere il proprio patrimonio agricolo e la propria disponibilità di terra fertile con un adeguato riconoscimento sociale, culturale ed economico del ruolo dell’attività nelle campagne.

La sparizione di terra fertile non pesa peraltro solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti regionale – una situazione aggravata dai cambiamenti climatici con più di tremila eventi estremi nel 2022, tra bombe d’acqua, violenti temperali e grandinate, secondo analisi Coldiretti su dati Eswd.

 

Occorre accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo attesa da quasi un decennio e che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio, ma sono anche necessari – conclude Coldiretti –  interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque con le opere infrastrutturali, potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini per l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e usarla quando serve in modo da gestire gli effetti dei cambiamenti climatici e aumentare la capacità produttiva.

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È  previsto un repentino innalzamento delle temperature, possibile già domani per l’anticiclone africano. In alcune zone d’Italia si potrebbe arrivare anche a trenta gradi.

Di seguito un comunicato diffuso dall’ufficio protezione civile della polizia locale di Putignano:

Nell’ambito delle attività di tutela dell’ambiente e del territorio, con l’approssimarsi del periodo di grave pericolosità per gli incendi boschivi, il Servizio Protezione Civile ricorda che la Legge Regionale n.38/2016 prevede l’esecuzione di opere antincendio da realizzarsi entro il 31 maggio.

Infatti, per i proprietari, affittuari e conduttori di terreni incolti in stato di abbandono e/o a riposo e di colture arboree vi è l’obbligo di realizzare delle fasce protettive o precese di larghezza non inferiore a 15 metri lungo tutto il perimetro del fondo.

Inoltre, ai titolari della gestione, della manutenzione e della conservazione dei boschi è fatto obbligo di eseguire il ripristino e la ripulitura dei viali parafuoco.

Screenshot 20230504 124006Ai proprietari, affittuari e conduttori, a qualsiasi titolo, di superfici pascolive è fatto obbligo di realizzare una fascia di protezione perimetrale priva di vegetazione di almeno 5 metri, e comunque, tale da assicurare che il fuoco non si propaghi alle aree circostanti o confinanti.

Per le strutture ricettive, insistenti su aree rurali esposte al contatto con possibili fronti di fuoco, è obbligatorio realizzare una fascia di protezione della larghezza di almeno 15 metri, lungo il perimetro del proprio insediamento compatibilmente agli spazi fisici disponibili in funzione della proprietà catastale.

In campo gli uomini della Polizia Locale, con il supporto delle altre Forze di Polizia, per il monitoraggio del territorio ed il controllo sul rispetto delle misure prescritte dalla L.R. n.38/2016.

Fondamentale la collaborazione dei cittadini per la segnalazione dei terreni incolti in stato di abbandono o delle situazioni a rischio d’incendio.

 


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