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Discarica Vergine: la Provincia di Taranto non può imporre ai proprietari dei terreni la bonifica delle aree Ordinanza del Tar

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Di seguito, dai legali dei ricorrenti:
La Provincia di Taranto non può imporre ai proprietari dei terreni su cui insiste la discarica Vergine la bonifica delle aree.

E’ questo il principio affermato dal TAR di Lecce che, con ordinanza pubblicata nei giorni scorsi, ha accolto il ricorso proposto dall’Avv. Luigi Quinto nell’interesse dei sig.ri Vergine avverso il provvedimento con il quale il Dirigente del settore ecologia ed ambiente della Provincia di Taranto aveva imposto ai proprietari alcuni interventi di bonifica consistenti, tra l’atro, nella rimozione immediata del percolato.

La decisione fa seguito ad altra precedente dello stesso TAR che aveva già annullato un provvedimento del Comune di Taranto che aveva diffidato i proprietari a porre in essere una serie di adempimenti per scongiurare i rischi ambientali nell’area dell’impianto.

La nuova decisione del Giudice Amministrativo è ancora più favorevole ai proprietari perché non solo esclude qualunque coinvolgimento degli stessi nell’attività di messa in sicurezza, ma altresì nell’attività di chiusura, bonifica e post-gestione del sito.

Questo perché i giudici leccesi, accogliendo le tesi difensive dell’Avv. Quinto, dopo aver verificato che i sigg.ri Vergine non sono in alcun modo responsabili dell’inquinamento del sito, hanno affermato il principio per cui “il proprietario non responsabile dell’inquinamento non è tenuto all’esecuzione delle misure di sicurezza d’emergenza e alla bonifica”, rilevando altresì che nulla può essere imposto al proprietario “non essendosi in presenza di misure emergenziali da eseguire nell’immediatezza del fatto, atteso che l’inquinamento del sito è risalente nel tempo”.

Sono quindi liberati da ogni obbligo i proprietarie dei terreni della discarica Vergine.

La decisione del TAR suona come un monito nei confronti della Provincia di Taranto che continua a non affrontare un grave problema ambientale ormai “risalente nel tempo”.

Il dato più preoccupante – ha dichiarato l’Avv. Quinto – è rappresentato dal fatto che la società che gestisce la discarica, e che in virtù dei principi affermati dal TAR è l’unica obbligata alla bonifica, è stata dichiarata fallita e non dispone di alcuna risorsa economica, nel mentre l’intervento richiederebbe complessivamente oltre 20 milioni di euro.

La posizione della Provincia di Taranto è aggravata da quanto emerso in sede di giudizio: nel 2014 gli uffici provinciali, unici in tutta la regione Puglia, hanno immotivatamente disposto la restituzione al gestore delle garanzie finanziarie per la post gestione dell’impianto ed hanno altresì fatto scadere le garanzie per la gestione, la bonifica e la chiusura dell’impianto, senza richiederne tempestivamente il rinnovo. Non v’è quindi, allo stato, alcuna possibilità di far gravare sui responsabili dell’inquinamento l’onere di bonifica.

A questo punto le alternative sono due: o dell’intervento dovrà farsi carico l’Ente pubblico, e quindi finirà per gravare sui cittadini, oppure bisognerà ricercare un altro imprenditore che possa subentrare nella gestione sobbarcandosi l’onere di bonifica dell’intero sito.


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