Ieri è stata «la data fondamentale per il futuro degli ambulanti italiani». Lo fanno sapere i deputati pugliesi Giuseppe Labbate ed Emanuele Scagliusi, M5s, in riferimento alla direttiva Bolkenstein «recepita in maniera fortemente penalizzante dai Governi italiani». Ciò, a loro dire, metterebbe a rischio circa ventimila piccole e medie imprese pugliesi e circa duecentomila in Italia, per un totale di oltre quattrocentomila posti di lavoro. La direttiva Bolkenstein è al centro d’un tavolo tecnico presso il Ministero dello Sviluppo economico. Vi partecipano le Regioni, l’Anci, il Governo e le parti sociali per cercare di trovare una soluzione al problema. Le due opzioni sul tavolo riguardano lo slittamento della direttiva o lo stralcio degli ambulanti dal suo recepimento. «Paragonando il suolo pubblico ad una risorsa naturale limitata e permettendo la possibilità di partecipare alle gare a società di capitale significa favorire le grandi imprese» rilevano Labbate e Scagliusi rispetto all’effetto della direttiva comunitaria. L’effetto sarebbe «l’ingresso nei mercati delle società per azioni e l’assoluta assenza di tutela per tutti i piccoli ambulanti italiani». I due deputati inoltre evidenziano: «Non comprendiamo, poi, come mai l’Italia sia l’unico Stato membro dell’Ue che ha inteso applicare tale disciplina al settore del commercio su aree pubbliche». In particolare, si tratta di una scelta «che mette a grave rischio la natura, la tradizione e la qualità del commercio ambulante». Al riguardo, il M5s ha presentato una proposta di legge.