Il 4 novembre, con l’armistizio, cessò la prima guerra mondiale. Era il 1918. A distanza di quasi un secolo, l’Italia commemora anche questo 4 novembre, le forze armate che, dopo l’epocale sconfitta di Caporetto l’anno prima, seppero riprendersi e dare la vittoria nella guerra contro l’invasore austriaco. Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, istituita sin dal 1919. Oggi ha connotazioni profondamente diverse, è ovvio. C’è però da tenere sempre bene presente, e va fatto dall’1 gennaio al 31 dicembre al di là di questo giorno di metà autunno, il ruolo che le nostre forze armate hanno nel Paese e all’estero, in operazioni (fuori dai confini, appunto) di peace-keeping: mantenere la pace. Queste sono le forze armate che noi popolo italiano vogliamo.
Lo ha ribadito ieri (foto: fonte, ufficio stampa della presidenza della Repubblica) nella cerimonia al Quirinale, il presidente della Repubblica: evidenziato soprattutto, da Sergio Mattarella, il ruolo di chi salva la vita ai migranti, di chi soccorre i terremotati, di chi garantisce la sicurezza pubblica a ogni livello, di chi è impegnato nelle operazioni, già citate, di pace. Praticamente in ogni città o paese italiano, oggi, c’è una celebrazione della giornata di unità nazionale e delle forze armate: anche in Puglia, dunque. Da quella al sacrario di Bari a quelle di Taranto, Brindisi, Martina Franca e le altre località in cui hanno sede importanti basi militari.