La morte di sette cinesi, alcuni giorni fa a Prato, porta prepotentemente e tragicamente alla ribalta la questione del lavoro nero. Di quello straniero, nel caso specifico. Il presidente della Repubblica stesso, ha richiamato le istituzioni affinché questa storia del lavoro nero finisca, la piaga del lavoro clandestino sia contrastata come si deve.
E al capo dello Stato ha scritto un imprenditore pugliese, Pasquale Natuzzi: legalità e illegalità sono “realtà sovrapposte” che “non possono più coesistere” scrive. Non lasciateci soli, scrive l’imprenditore leader nel settore del mobile imbottito al presidente della Repubblica, chiedendo così tutele per l’ingegno e l’opera italiana, per il made in Italy dunque, e per chi rispetta le regole dei rapporti con i lavoratori.