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Brindisi, rifiuti: come evitare di essere la città più cara d’Italia Magno: l'unico rimedio è osare per migliorare il ciclo

discarica

Di Francesco Magno:

Devo riconoscere tutto il mio risentimento, la mai rabbia, nel vedermi, come cittadino di Brindisi, al primo posto in Italia per la spesa pro capite media relativa alla Tassa sui Rifiuti (TA.RI), pari a 308 €/abitante.
Tale media deriva dalla ripartizione della “spesa storica”, relativa a tutte quelle che hanno interessato i costi di gestione del “ciclo dei rifiuti” a Brindisi, diviso il numero degli abitanti che, nel qual caso, risulta essere pari a 89.728.
Pur nel dubbio che la “spesa storica”, pari ad € 27.636.231 (fonte Il Sole 24 Ore), sia quella reale e quindi da questa non siano stati detratti introiti rivenienti, ad esempio, dalla produzione di energia dall’estrazione di biogas dalla discarica di Autigno e dal contributo CONAI (Consorzio Nazionale Imballaggi), ritengo che tale spesa sia insopportabile e frutto di tutta una serie di sostanziali incapacità tecniche e gestionali, rivenienti a far data dal 2004!
Non era questa la fine che dovevano fare gli sforzi tecnici, amministrati e politici sviluppati alla fine degli anni 2000, allorquando invece, la realizzazione degli impianti pubblici mirava ad una forte riduzione dell’allora tassa sui rifiuti e ad un reale “beneficio sociale”!
A mio avviso, il settennio “buio” che ha colpito Brindisi dal 2004 al giugno del 2012 (fatto salvo per un incremento della “suscettività” culturale che, comunque non porta ad una riduzione della TA.RI.) è il vero responsabile dell’attuale stato di “crisi” impiantistica, economica e gestionale che ha portato a questo disonorevole “primato” nazionale.
Mi chiedo, senza voler fare addebiti ad alcuno:
Come sui stato possibile abbandonare l’impianto di CDR al suo destino, senza alcun utilizzo per quasi due lustri e con spese infinite per la guardiania? E’ evidente che dopo un po’ di anni il bene depaupera e nuove normative obbligano all’adeguamento tecnologico.
come sia stato possibile giochicchiare con l’inquinamento della discarica di Autigno, perdendo tempo nell’affidamento di incarichi per la verifica della direzione della falda (nota dal 1997), per la realizzazione di nuovi pozzi, magari con inserita strumentazione del tutto inutile, in virtù della presenza di una contaminazione consolidata? Perché, fin dal 2004 non è attivata la bonifica della falda, ancor più con uno stato di chiusura della discarica e trasferimento dei rifiuti a Francavilla Fontana?
Per quale motivo, a seguito dell’adeguamento tecnologico dell’impianto di compostaggio, l’attuale Sindaco, il mese dopo il suo insediameto, è stato costretto ad emanare ordinanza di chiusura per inquinamento “odorigeno” e da percolato? Il revamping dell’impianto era adeguato alle aspettative?
Ecc.
Potrei andare avanti, ma mi fermo ed ammettendo che le “responsabilità” vengono da lontano e che questa amministrazione se le è ritrovate tutte addosso, mi chiedo cosa fare oggi per uscire dall’attuale situazione che, anche con il deleterio intervento della Regione sull’OGA, ci porta ad essere i primi in Italia per incapacità di gestione del ciclo dei rifiuti!
Oggi è il momento di “osare”!!
E’ il tempo di raccogliere le migliori risorse, sicuramente presenti anche nel Comune, e dichiarare lo stato di “crisi in tema di rifiuti” e, seguendo la più recente normativa, attivare la procedura della “requisizione in uso” per tutti gli impianti di gestione del ciclo, fra l’altro pubblici e di proprietà comunale.
Del resto, che senso ha affidare ad AMIU Puglia, una Società per Azioni (Spa) se pur a totale capitale pubblico, la gestione degli impianti di CSS e della discarica e permettere a questa di recuperare “utili”, a danno della TA.RI. dei Cittadini?
Il Comune ha una società in “house providing”, la Multiservizi, che può, ancor più di AMIU, essere proposta per la gestione degli impianti, cogliendo anche le esperienze e le professionalità acquisite dagli ex lavoratori della Nubile Srl e quelle del comune che, negli ultimi 2-3 anni, si è dotata di tecnici qualificati. A ciò si aggiungano le notevoli agevolazioni e facilitazioni che le società in “house providing” possono acquisire, in campo europeo, nazionale e privato, sviluppando un progetto in grado di essere: realizzabile, razionale e che individui un ritorno (pay back) economico certo.
Ed allora perché non osare migliorando, integrando ed adeguando l’attuale “ciclo”?
Ancor più è necessario “osare” nel momento in cui lo scenario che oggi si presenta, per l’immediato futuro è drammatico e costituito da:
discarica di Autigno destinata ad interventi di MISE (Messa in sicurezza);
revamping dell’impianto di compostaggio per la FORSU;
realizzazione di un nuovo impianto di compostaggio in zona petrolchimico;
produzione di CSS (dopo revamping) dall’impianto pubblico di Via per Pandi in zona industriale;
raccolte differenziate da incrementare.
Lo scenario richiamato individua, per il futuro, un ulteriore sostanziale incremento dei costi “pubblici” che porterà ad un ulteriore crescita della tassazione TA.RI.
Sono state spese innumerevoli risorse sull’impiantistica e sulla gestione dei rifiuti, oggi è necessario, è imperativo, ottenerne un “beneficio sociale”!
La domanda da porsi è: tutto ciò è possibile nell’attuale “status quo” dell’OGA di Brindisi?
La risposta è affermativa solo se si modifica e si esce dalle logiche consolidate della gestione dei rifiuti e si allarga lo sguardo verso orizzonti che appaiono più “sereni” e che se ben programmati, gestiti ed allargati alla partecipazione dei Cittadini, possono indurre anche all’accettazione di ulteriori sacrifici, con la certezza, però, di avere in proiezione quel “beneficio sociale”, con la riduzione della TA.RI., sul quale è necessario proiettare tutti gli sforzi tecnici, economici, di programmazione e politici.
A tal proposito, per dottrina cattolica, rendo la mia più totale disponibilità (anche gratuita), a proporre ogni azione atta ad “osare” e suggerire un innovativo “sistema di gestione” che veda il Comune ed i Cittadini realmente interpreti e fautori del “ciclo” dei propri rifiuti.

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