Di seguito un comunicato diffuso da Francesco Laddomada, consigliere regionale della Puglia:
La notizia riportata dalla stampa circa il maxi sequestro di 11 milioni di euro nei confronti dell’amministratore della Sud est Fiorillo e di altri responsabili, non fanno altro che confermare tutte le perplessità, i dubbi e le criticità che in questi anni ho sollevato nei confronti della gestione della Sud est. Che oggi la Corte dei Conti e Magistratura arrivino a dei risultati concreti non può che essere motivo di soddisfazione, ma non posso non esprimere amarezza per come la politica regionale si sia disinteressata ad una Azienda la cui gestione “approssimativa” era sotto gli occhi di tutti, ma che evidentemente stava bene a qualcuno, e che, di conseguenza, ha preferito mettere la testa sotto la sabbia invece di affrontare con determinazione una questione che riguarda il futuro di centinaia di lavoratori”. A dichiararlo è il Consigliere Francesco Laddomada a seguito delle notizie apparse in questi giorni sul sequestro effettuato nei confronti di alcuni dei vertici apicali della Sud est. “Non è un caso – continua Laddomada – che il sequestro ha coinvolto personaggi dei quali già da tempo ne avevo chiesto ufficialmente la rimozione. Persone che hanno gestito l’Azienda con metodi a dir poco discutibili mettendone a rischio la stessa sopravvivenza a danno, come purtroppo spesso accade, dei lavoratori. Quanto sta accadendo, a mio giudizio, è solo la punta di un iceberg rispetto ad un groviglio di intrecci politico-affaristico-clientelare che probabilmente, e auspico che la Magistratura vada fino in fondo, ha da sempre caratterizzato la governance di questa Azienda, incurante che una pessima gestione economico-finanziare potrebbe avere gravissime ripercussioni sul futuro occupazionale dell’Azienda. L’inerzia che la politica regionale ha riservato a questa problematica da me sollevata fin dal 2011, è l’emblema di come spesso si preferisce evitare di affrontare con serietà e senso di responsabilità questioni che riguardano l’intera collettività e che non possono essere arroccate in posizioni e in atteggiamenti “omertosi”. Atteggiamenti che purtroppo ho riscontrato reiteratamente in questi anni, nei quali le mie sollecitazioni, le prese di posizione, i suggerimenti e le note inviate, argomentate e solidamente motivate, sono state opportunamente ignorate. La speranza – conclude Laddomada – è che la magistratura ordinaria e quella contabile vadano avanti con estrema determinazione in questa vicenda, e che tutte le responsabilità, a tutti i livelli, vengano, se ci sono, accertate.