Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato di polizia penitenziaria Sappe:
A seguito della eclatante manifestazione di protesta del 25 Marzo u.s. davanti il carcere di Foggia qualcosa inizia a muoversi , poiché il consigliere regionale dottor TUTOLO ha comunicato al SAPPE che prossimamente ci sarà un audizione presso la Regione dell’assessore alla sanità e del direttore generale sulla grave situazione che investe il carcere di Foggia e quelle pugliesi, inerenti l’assistenza sanitaria ai detenuti con particolare riferimento a quelli con problemi psichiatrici che ormai nella Puglia hanno raggiunto le diverse centinaia(più di 70 a Foggia). Nei giorni scorsi il segretario generale del SAPPE dottor Donato Capece ha incontrato al DAP(dipartimento amministrazione penitenziaria) il Dirigente del personale dottor Massimo Parisi a cui ha ribadito la necessità dell’invio immediato di un congruo numero di unità appartenenti al GOM(gruppo operativo mobile) al fine di riportare la legalità all’interno del penitenziario Foggiano messa in grande pericolo dall’atteggiamento di alcuni detenuti che vorrebbero comandare con minacce, prepotenza, aggressioni sia verso altri detenuti che agenti(gente che dovrebbe essere divisa in varie carceri della nazione ma che continua ad essere ristretta a Foggia) . E’ stato promesso che a breve un contingente del GOM arriverà a Foggia, in attesa di un comandante di reparto che ridia dignità lavorativa ai poliziotti penitenziari. Il dottor Capece ha reiterato la richiesta di incremento degli organici, poiché come è stato documentato durante la manifestazione di protesta i poliziotti sono costretti ad effettuare fino a 12/16 ore di lavoro continuativo, nonché di procedere con uno sfollamento di almeno 200 detenuti , poiché i poliziotti assegnati a Foggia sono stati individuati in base alla capienza regolamentare che è di 360 detenuti , mentre adesso l’Istituto del capoluogo dauno ne ospita quasi 600. Il SAPPE comunque non abbassa la guardia poiché in questo momento è in gioco non solo la possibilità per i poliziotti di poter lavorare con una maggiore sicurezza e nel rispetto delle leggi, quella stessa sicurezza che i cittadini foggiani hanno visto vacillare per colpa di un Ministro della Giustizia e di un Capo Dap (nonostante i vari appelli del SAPPE), a seguito dell’evasione di 73 detenuti, cosa mai avvenuta in una nazione democratica. Il SAPPE deve segnalare che per una coincidenza sospetta, subito dopo la protesta del SAPPE del 25 Marzo, si è presentata nel carcere del Capoluogo Dauno una delegazione di “professionisti del carcere” composta da una appartenente all’associazione antigone, e da un politico per “per verificare la situazione all’interno del penitenziario”. Ebbene sembrerebbe che questi fenomeni in appena due ore di cui una e mezza trascorsa a chiacchierare con il dirigente del carcere e solo “mezzora” a visitare i reparti, avrebbero capito tutto , ed emanato le loro sentenze. Così abbiamo saputo che per antigone e per il politico, i poliziotti penitenziari presenti a Foggia sarebbero sufficienti! Il SAPPE non ha dubbi su ciò, anche perché per questi signori i poliziotti non dovrebbero nemmeno esserci nelle carceri poiché cercano di far rispettare le leggi dello stato Italiano, e così facendo non consentono ai detenuti facinorosi di fare quello che vogliono. Peraltro questi “professionisti del carcere” avrebbero dovuto meglio sottolineare che , nonostante la gravissima evasione del Marzo 2020, a tutt’oggi la popolazione detenuta è più o meno la stessa (meno di 40) . Infatti grazie alla inaccettabile assenza del DAP nulla è stato fatto dopo l’evasione con il grave sovraffollamento che, è ancora presente nel carcere di Foggia che può ospitare non più di 360 detenuti ma ne contiene circa 600. Chissà perché non si sono accorti che il sovraffollamento supera l’80% è ciò è anche deleterio per i detenuti che, sono costretti a vivere in minori spazi nonché in ambienti fatiscenti, nonostante l’impegno della Direzione del carcere. Come pure questi “professionisti del carcere” si sono dimenticati di sottolineare che negli ultimi mesi ci sono state circa 17 aggressioni a poliziotti, che i detenuti con problemi psichiatrici (più di 70) sono una vera emergenza, che gli eventi critici di tutto il 2021 sono stati tra i più alti della nazione: 32 colluttazioni; 53 ferimenti; 138 atti autolesionismo; 2 suicidi; 22 tentati suicidi evitati grazie all’intervento coraggioso dei poliziotti penitenziari. Se non sottolineano queste cose che ci vanno a fare nel carcere? Vorremo infine chiedere a questi “professionisti del carcere”, sempre pronti a denunciare la lontananza della società come alibi, come mai non sollevano mai proteste dure e concrete(invece di osservare) contro l’amministrazione penitenziaria ed il ministro che non permette ai detenuti (che sulla carta loro devono tutelare) un reale reinserimento per mancanza di operatori quali educatori, assistenti sociali ecc.ecc.? Perché invece di sputare sentenze non passano qualche giornata h.24 a stretto contatto con un poliziotto per capire come veramente funziona un carcere, invece solo di osservare? Forse perché il loro fine sarebbe quello di raccogliere eventuali dichiarazioni di detenuti pronti a sputare veleno contro gli agenti, solo perché gli viene chiesto di rispettare i regolamenti carcerari? Perché non hanno mai chiesto un ispezione(cosa mai avvenuta) nel carcere di Foggia a seguito della più clamorosa evasione avvenuta in un paese civile per accertare le responsabilità? Ne abbiamo piene le tasche di Garanti nazionali, provinciali, locali, associazioni varie, che invece di lavorare per migliorare il sistema carcerario in maniera seria e concreta ( non a parole), emettono sentenze non perdendo occasione per delegittimare il lavoro della polizia penitenziaria, ricordando a tutti che i detenuti sono più che difesi poiché hanno per legge un garante che esiste dal 1975 che è il magistrato di sorveglianza . Il carcere deve essere una casa di vetro per poliziotti e detenuti e con tutti i problemi che ha, bisogno di gente che si preoccupi di migliorare pa situazine per detenuti e poliziotti, non per osservare.
(foto: repertorio)