Un 43enne calabrese, Antonio Pontoriero, è indagato. Si sospetta essere coinvolto nell’assassinio. È a piede libero. Sarà sottoposto agli esami legali per valutare eventuali responsabilità.
È risultato titolare della Fiat Panda, vecchio tipo, con cui tre notti fa un uomo si approssimò ai migranti impegnati a recuperare lamiere per farne copertura nella baraccopoli.
Dalla macchina scese e sparò fucilate: due feriti e un morto, Soumaila Sacko. Bracciante, sindacalista Usb. Maliano 29enne.
Accaduto nella zona della fornace di San Calogero. Questione razziale esclusa, ufficialmente. Almeno per il momento. E, diciamo, sono proprio in pochi a credere che sia esclusa. Caporalato, possibile. E non è da considerarsi escluso, nell’assassinio, cosa rappresenti l’area della fornace: sequestrata tempo fa, in un’operazione della Guardia di finanza, dopo il rinvenimento di 130mila tonnellate di scarti industriali pericolosi, rifiuti tossici, arrivati in quella zona della Calabria dalle centrali di Priolo, Brindisi e Termini Imerese.
L’indagato a piede libero per l’assassinio è nipote di uno dei titolari della fornace. Per la vicenda dello smaltimento e dello stoccaggio delle enormi quantità di rifiuti ci furono 12 indagati. La vicenda è peraltro prossima alla prescrizione. Poi l’area tornerà ai titolari.
(foto: fonte la rete)