Amo la politica come affascinante sfida intellettuale – oltre che doveroso impegno civico – ed è stato facile per me accettare l’invito di Gianfranco Palmisano a schierarmi al suo fianco in questa sfida elettorale. Lui ricalca l’archetipo dei sindaci più apprezzati: un po’ il barese pragmatico Antonio Decaro e un po’ il bergamasco romantico Giorgio Gori. Empatico col cittadino, fa convivere in sé il temperamento pacato di chi è consapevole delle proprie qualità con l’insospettabile decisionismo che deriva dalla grande esperienza maturata in dieci anni di impegno amministrativo. Era da lungo tempo che aspettavo, anzi aspettavamo, l’opportunità di concentrare in una persona così giovane, dinamica e contemporanea una somma di esperienze così consistente. È l’uomo giusto per affrontare, alla guida del nostro Municipio, una delle fasi più delicate per l’Italia dopo le devastanti esperienze della pandemia e della guerra che sta ridefinendo l’ordine mondiale delle cose. In tal senso, il consiglio comunale dovrà tornare ad essere matrice delle migliori energie cittadine per risalire la china. Ed io, sommessamente, sto chiedendo ai miei concittadini di regalarmi l’opportunità di chiudere la mia lunga parabola pubblica nella sede istituzionale dove i progetti diventano realtà. A questo punto dovrebbe scattare la delicata fase della narrazione di me stesso che impone qualche minuto di immodestia condita da sprazzi di inevitabile narcisismo. Ma preferisco che a parlare di me resti il lungo tempo speso a cercare e raccontare le cose meravigliose della mia Città e della mia Gente. Se proprio dovessi stilare l’elenco dei ricordi che mi porterei su un’isola deserta non lascerei fuori dalla valigia l’Arciconfraternita Immacolata degli Artieri di cui sono stato orgoglioso priore. Un periodo felice che mi ha offerto gli ultimi, decisivi elementi per individuare il giusto punto di equilibrio in cui convergono pietà popolare, fede, tradizione e liturgia, martinesità. Un mondo di meravigliosa umanità che non tradisce i suoi ritmi e scorre parallelo alla società dei consumi e dei social network senza rinunciare alla sua secolare dignità. Un viaggio completo, un’esperienza stupenda. Vi risparmio la passerella esibizionistica degli incarichi svolti (che tanto ci conosciamo tutti) concedendo solo pochi lampi alla vanità: il mio libro dedicato a Martina Franca (“la Serenissima Repubblica della Franca Martina”), la passata presenza nel CdA del Festival della Valle d’Itria, la presidenza della Pro Loco, la partecipazione attiva in molte associazioni culturali e la modesta attività di critico musicale al fianco di grandi nomi in ambito jazz e rock. Più che una promessa, una minaccia per il povero Gianfranco Palmisano che, a prescindere dal mio risultato personale, dovrà sopportare continue richieste di musica per i nostri giovani. Bisognerà ripensare Martina soprattutto per loro. Con affetto,
Agostino Convertino – candidato al consiglio comunale di Martina Franca, lista Gianfranco Palmisano Sindaco