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I militari italiani in Kosovo “hanno bevuto acqua cancerogena” Audizione del medico Ennio Lettieri: bromato in quantità quasi sette volte superiore al tollerato

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Audizione del medico militare Ennio Lettieri. Commissione parlamentare d’inchiesta sugli effetti dell’uranio impoverito sui militari italiani. Dice Lettieri, a proposito del Kosovo in cui i nostri hanno svolto peace-keeping dopo i bombardamenti Nato sulla Yugoslavia del 1999: “l’acqua analizzata nel 2015 e presente fino al 2016, conteneva bromato, cancerogeno di classe 2B, in quantità di 65/67 microgrammi-litro, a fronte di un limite di 10 tollerato”. Il medico ha detto che “dalla base di Film city, sulle alture della capitale Pristina, sono ben visibili le ciminiere della compagnia elettrica Kek”, sottolineando che “soprattutto la sera c’era aria giallognola che rendeva l’aria malsana e irritante per le vie respiratorie”. Ancora: “la polvere che fuoriesce dall’impianto è un composto di piombo, fenolo (altamente cancerogeno) ed altre sostanze chimiche, che si deposita a diversi km di distanza anche nella base di Pristina, sede del comando Kfor e nella base dei nostri Carabinieri che è più vicina a Kek. Quindi o per inalazione e per ingestione queste particelle possono introdursi nell’organismo e provocare anche a distanza di 10 anni patologie tumorali”. Il tenente colonnello aveva chiesto di sottoporre a sorveglianza sanitaria mirata il personale italiano al rientro in Italia. Risposta?, scrive Ennio Remondino: avrebbero mandato una squadra per verificare quanto riportato. “Ma non ho mai avuto nessun riscontro in merito” dice Lettieri.


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