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Santa Maria di Leuca Puglia da non perdere

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Di Anna Lodeserto:

“Il Salento non lo puoi spiegare. Il Salento lo devi vivere, perché ti entra nell’anima, ti avvolge e non ti lascia più.” Fabrizio Caramagna

La città di Santa Maria di Leuca, la punta più a sud di tutta la Puglia, è una frazione del comune di Castrignano del Capo in provincia di Lecce.

Il termine Leuca deriva dal greco Leukos che vuol dire “bianco”. Ad oggi, il motivo che spinto gli avi ad utilizzare questo aggettivo è incerto. Si potrebbe pensare, che sia un chiaro riferimento al colore delle abitazioni ed all’effetto del Sole che illuminava quelle terre sin dal primo mattino. Oppure, potrebbe riferirsi all’effetto della schiuma del mare che sbattendo, continuamente, sulle coste lasciava dietro di sé il bianco, appunto.

Non è possibile stabilire con certezza l’origine del nome, ma di sicuro Santa Maria di Leuca ha molto da raccontare e da offrire ai visitatori.

IMG 20210803 WA0017Cercando le origini di Leuca, inevitabilmente, ci si imbatte in leggende e tradizioni.

La più celebre e conosciuta vede coinvolti un pastore, Melisso, la sua amata, l’aristocratica Aristulla e la sirena gelosa del loro amore idilliaco, Leucasia.

Quest’ultima, gelosa della relazione e del rapporto che legava i due giovani, scatenò una tempesta mentre i due ragazzi erano sugli scogli ed, irrimediabilmente ed inesorabilmente, caddero e morirono in mare.

Fu l’intervento della dea Minerva (divinità romana della lealtà in lotta, della guerra giusta, delle virtù eroiche) a salvare i due giovani amanti ed a tramutarli nelle due scogliere che, ancora oggi, abbracciano la città. Nello specifico Aristula fu tramutata nella scogliera di Levante, Punta Ristola, e Melisso fu trasformato nella scogliera di Ponente, Punta Meliso.

Per punizione, la divinità tramutò la sirena nella città di Leuca, il cui colore bianco deriva proprio dal suo colore della pelle. Un’altra versione, invece, vede la sirena Leucasia incontrare la morte gettandosi in mare per l’insopportabile rimorso, diventando lei stessa una scogliera. Si sostiene che, ancora oggi, sia possibile ascoltare il suo canto nei giorni di tempesta.

Per quanto concerne, invece, l’altra parte del nome la sua origine è legata al culto cristiano.

La leggenda vuole che, esattamente nello stesso punto in cui oggi sorge il Santuario, un tempo fosse stato edificato un tempio dedicato alla dea Minerva. La costruzione cadde in frantumi quando giunse in loco San Pietro, di rientro dall’Oriente e diretto a Roma con il sol scopo di diffondere la parola di Dio. Una conferma di ciò è l’iscrizione all’ingresso del Santuario datata 43 d.C. che testimonierebbe, appunto, il passaggio dal paganesimo al cristianesimo. Il Santuario, ubicato sul promontorio Iapigio che i Romani chiamavano De Finibus Terrae, rientra tra i luoghi di culto cristiano più antichi.

Leuca divenne, così, Santa Maria di Leuca, la porta del Paradiso.

A tal proposito, si narra di un intervento miracoloso ad opera della Madonna, avvenuto nel 343, che salvò un gruppo di pescatori del posto. Da quel momento, si invocò la Madonna di Leuca per salvare le anime, ed il culto varcò piuttosto velocemente i confini del promontorio. Nel tempo, Santa Maria di Leuca è stata visitata da Papi, condottieri, crociati e gente comune in cerca di un passaggio per il Paradiso.

Le grotte di Leuca

Lungo tutto il litorale sono presenti le grotte carsiche a cui, nel corso del tempo, sono stati attribuiti nomi singolari che rimandano a particolari caratteristiche, ad avvenimenti e ritrovamenti. Gran parte delle grotte possono essere raggiunte e visitate affidandosi alle compagnie che offrono tali escursioni.

IMG 20210803 WA0018La Grotta del Drago è profonda circa sessanta metri. Il nome deriva dalla presenza, all’interno, di scogli che somigliano alla testa di un drago ed una murena. Durante l’escursione in barca, sarà possibile godere dei benefici di un bagno rigenerante in un contesto, particolarmente, affascinante ed idilliaco dove il colore delle acque cristalline varia dal verde al blu.

IMG 20210803 WA0019Il nome Grotta del fiume è da collegarsi alla presenza di un avvallamento che la sovrasta, un letto scavato da un antico fiume per raggiungere il mare. L’accesso a questa grotta è consentito solo quando il mare è calmo, oltrepassando Punta Ristola. Si tratta di grotte collegate tra loro, caratterizzate dai resti di un’attività carsica che, come eredità, ha lasciato un rigagnolo d’acqua dolce che si perde nel mare salato.

IMG 20210803 WA0020La Grotta del Laghetto si presenta nel suo abito particolarmente sorprendente.

Per visitarla è necessario approdare su alcuni scogli e, inoltre, percorrere un breve sentiero alla fine del quale si giungerà in un mondo quasi fiabesco. Ad attendere il visitatore vi sarà, infatti, un laghetto, caratterizzato da acque cristalline, gelide in superficie e calde in profondità, che il mare ha scavato nella roccia. Tale fenomeno e tale location consentono di vivere l’esperienza di un bagno rigenerante immersi in un gioco di colori che spaziano dal blu cobalto al verde smeraldo.

IMG 20210803 WA0021La Grotta Mesciu Scianni deve il suo nome ad un tal Maestro Giovanni, in vernacolo Mesciu Scianni, che vi si recava per raccogliere sassi di vario colore, al fine di poter realizzare mosaici policromi. Le varie colorazioni della roccia regalano e donano all’acqua riflessi di straordinaria bellezza.

IMG 20210804 WA0025La Grotta Terradico è la prima che si incontra sul versante di Levante, oltrepassando Punta Meliso. Deve il suo nome al motto dei marinai “terra dico”, in quanto è la prima grotta visibile per chi naviga. Conosciuta anche come Grotta degli indiani è celebre per la sua forma triangolare che ricorda, a tal proposito, una tenda. A bene guardare ci si rende conto che non si tratta di una sola grotta, ma si è dinanzi ad un complesso di tre cavità di varia grandezza. Delle tre grotte, quella che maggiormente suscita emozioni è l’Antro di Terradico. Si tratta di una caverna sviluppata in verticale con accesso da tre piccoli fori sulla volta della cavità e da uno sbocco aereo sul mare.

La grotta in questione è alta circa 35 metri, caratterizzata da una superficie irregolare ricca di formazioni minerarie e sali di calcio che creano sfumature cromatiche dal rosa al verde.

IMG 20210803 WA0023Il nome della grotta dei Cazzafrì deriva dal greco e significa “casa di spuma”, probabilmente si tratta di un chiaro riferimento alla schiuma di mare che riempie le tre arcate della grotta. Le stalattiti, riempiendo l’imponente volta di questa grotta raggiungibile soltanto via mare, contribuisce a rendere speciale ed a mostrare al visitatore uno scorcio di particolare bellezza.

IMG 20210803 WA0024Accanto alla Grotta Cazzafri, vi è la Grotta del Morigio o degli innamorati, come alle volte è chiamata. Il nome deriva dal passato, precisamente dal periodo in cui i Mori si accamparono per distruggere Leuca. Quella in analisi, è una grotta nascosta e particolarmente difficile da raggiungere, sia dalla terra che dal mare. Quando, però, vi si accede si nota immediatamente come l’acqua diventi man mano sempre più bassa, ritrovandosi sulla sabbia. In questa grotta sfocia un particolare fonte di acqua dolce e fredda.

IMG 20210804 WA0013La grotta Verdusella è un complesso di piccole grotte, non eccessivamente profonde. La particolarità è che sono formate da più cavità che offrono la possibilità di godere della meravigliosa bellezza di un fondale cristallino.

La grotta del presepe è piuttosto singolare e fantasiosa, che è denominata così per le particolari somiglianze con lo scenario bilico. La grotta è formata da una serie di archi bassi.

IMG 20210804 WA0014Ad un centinaio di metri dalla Grotta del Presepe, tra enormi aperture si nota una grande cavità sommersa. La grotta tre porte. L’ampio vano è, in parte, diviso dal mare da due immensi pilastri. Altri due archi collegano, inoltre, i pilastri alla scogliera laterale.

In questa grotta sono stati rinvenuti resti di ossa di elefante antico, di rinoceronte e di cervo. Sulla parte nord della grotta, si apre un cunicolo che conduce alla Grotta del Bambino, chiamata così perché tra i tanti reperti ritrovati vi è anche molare umano appartenuto ad un bambino di circa dieci anni. Il ritrovamento del molare è il primo tra i fossili neandertaliani del Salento.

La grotta dei giganti è tra le grotte più importanti ed interessanti dal punto di vista paleontologico ed archeologico.  Dal punto di vista strutturale, è composta da un vestibolo immerso nell’acqua, dal quale si accede ad un vano spazioso ed asciutto.

Qui sono stati rinvenuti ossa e denti di pachidermi ed, inoltre, è ragionevole sostenere che la parte superiore della caverna fu utilizzata nel IX secolo d.C. per una sepoltura.

Da un esiguo lembo di terra sono state estratte varie ossa umane, qualche coccio bizantino e frammenti di un vasetto di vetro assieme a cinque monete di bronzo, di Costantino VIII e        Romano I.

La Grotta della Stalla ha un nome che deriva dall’utilizzo che in passato si faceva della stessa. Infatti, la grotta era utilizzata dai pescatori per cercar riparo quando una burrasca li sorprendeva. Si tratta di due grotte vicine.

La Grotta Porcinara è, forse, la più famosa delle grotte di Leuca. Si compone di tre antri intercomunicanti. A renderla così famosa è la presenza di numerose iscrizioni greche e latine nella stanza centrale ed in quella occidentale, e di croci incise sulle pareti nella stanza orientale.

Le varie iscrizioni, che esprimono preghiere voti e ringraziamenti alla divinità locale Batios, mostrano che il santuario era frequentato non solo dagli abitanti del luogo, ma anche da naviganti ed avventurieri.

Inoltre, il ritrovamento di alcuni reperti (monete, iscrizioni, ossa, ceneri, frammenti di vasi) hanno dimostrato come fosse un luogo di culto frequentato dai pagani.

Nei pressi di Punta Ristola si trova la Grotta del Diavolo o, chiamata anche, Grotta Fredda. Il nome è legato ad un’antica tradizione e fantasia popolare, ossia si sosteneva che in passato non era raro ascoltar cupi rimbombi, quasi vulcanici, attribuiti ai diavoli.

La Grotta del Diavolo è l’unica a cui si può accedere sia via mare che via terra.

Si tratta di un luogo particolarmente interessante dal punto di vista paleontologico. Infatti, studi condotti hanno dimostrato e confermato la presenza nella grotta dell’uomo primitivo.

IMG 20210804 WA0015La Grotta del Ciolo prende il nome dal termine dialettale “ciole”, utilizzato dagli abitanti per indicare le gazze ladre. Particolarmente affascinante per le bellezze naturali, riconducibili tanto alla grotta in sé quanto allo scorcio paesaggistico che caratterizza il territorio, tra cui spicca il Ponte Ciolo, risalente alla metà del secolo scorso e divenuto simbolo del luogo. Si tratta di un vero e proprio canyon scavato nei secoli dalla forza erosiva del mare e del vento. Con il tempo, infatti, è stato creato un corso d’acqua, oggi sormontato dall’omonimo ponte che si erge a circa 26 sul livello del mare. La particolarità del luogo consiste nella commistione di elementi naturali che pian piano sembrano aver inglobato quel che l’uomo ha creato. A tal proposito, il Ponte Ciolo si erge tra le rocce confondendosi, addirittura, con le stesse.

IMG 20210804 WA0016Situata sulla sommità del promontorio di Punta Meliso, nell’estremo lembo del Tacco dello Stivale, la Basilica Santuario santa Maria De Finibus Terrae rappresenta uno dei luoghi più importanti della cristianità del Salento.

Stando a quanto tramandato dalla tradizione, sul luogo ove oggi sorge la Basilica, un tempo si trovava un antico tempio dedicato alla dea Minerva. A testimonianza di ciò, è la presenza del cippo monolitico all’interno della Basilica, considerato un importante resto dell’antica struttura pagana, l’Ara a Minerva.

Si tramanda, inoltre, che fu l’apostolo Pietro a sostituire il vecchio tempio con quello attuale dedicato al rito Cristiano.

La storia del Santuario ha visto anche l’emanazione degli editti contro i cristiani e, quindi, al pari di tutti i luoghi di culto del periodo anche Leuca subì le conseguenze di tale decisione.

Nel IV secolo fu nuovamente ricostruita e riconsacrata al culto della Madonna. Tutto ciò fu reso possibile dal passaggio del Papa Giulio I, il quale decise di concedere l’indulgenza plenaria a chiunque si fosse recato a Leuca.

Nel medesimo periodo, si verificò un intervento dal sapore miracoloso della Madonna che salvò alcuni pescatori da una terribile tempesta.

Era il 365 d.C. quando nacque il culto della Madonna di Leuca.

Da allora, il santuario è stato vittima di numerose distruzioni ed altrettante ricostruzioni.

L’edifico che oggi è possibile osservare è il frutto della ristrutturazione del 1700 ad opera del vescovo Giannelli. La grande piazza antistante la Basilica è delimitata da un grande colonnato che la separa dalla zona del faro. Al centro della piazza si erge la colonna Mariana, con la statua della Madonna risalente al 1694 e voluta dal Duca di Alessano F. D’Aragona.

Le due rampe che compongono la scalinata monumentale di Leuca collegano il promontorio con la zona del porto e, quindi, con la parte a valle della città.

A proposito della scalina, vi è una leggenda. Si afferma e tramanda che contando le scale sia in salita che in discesa in numero non corrisponde mai.

Sarà vero?

IMG 20210804 WA0017La Croce Pietrina è uno dei simboli della città di Santa Maria di Leuca. Secondo la leggenda, l’apostolo Pietro approdò su questo periodo nel corso del suo viaggio che da Oriente lo portava a Roma. Durante la sosta, iniziò la sua opera di evangelizzazione del popolo, con conseguente distruzione del tempio pagano. Stando ancora alla tradizione, l’apostolo avrebbe piantato una croce in ricordo di tale avvenimento.

Nei pressi del piazzale della Basilica si trova una colonna in carparo sormontata da una croce di forma ottagonale.

IMG 20210804 WA0018Il faro di Leuca è il secondo più alto d’Europa. È situato sulla sommità di Punta Meliso, sul sito precedentemente occupato da una torre saracena, nei pressi della piazza antistante il Santuario.

La sua costruzione risale al 1864 su progetto dell’ing. Achille Rossi, anche se entrò in funzione il 6 settembre 1866.

È dotata di una lanterna dal diametro di tre metri, che poggia su una torre ottagonale e su un edificio di due piani.

IMG 20210804 WA0019La lanterna, in particolare, è formata da sedici lenti di cui sei libere e dieci oscurate. Queste lenti proiettano fasci di luce bianca visibili fino a cinquanta chilometri di distanza, a cui si alternano fasci di luce rossa che segnalano ai naviganti le secche del mare di Ugento.

Il faro si innalza per quarantasette metri dal suolo e raggiunge un’altezza di centodue metri.  Sul livello del mare di Punta Meliso.

La suggestiva scala a chiocciola, composta da 254 gradini, che si snoda all’interno della struttura, permette di salire e raggiungere la sommità del terrazzo circolare.

Per visitare il faro di Leuca è necessario prenotare, rivolgendosi alla sede locale della Pro Loco Leuca.

IMG 20210804 WA0020La cascata di Leuca fu inaugurata nel 1939, ed è tra le più belle d’Italia.

Costituisce l’ultimo tratto di uno dei progetti nazionali importanti, l’Acquedotto Pugliese.

Il suo compito è quello di accogliere l’acqua di tutta la regione che, una volta giunta al santuario viene simbolicamente benedetta e restituita al mare.

IMG 20210804 WA0021Incastonata alla perfezione tra la roccia e la macchia mediterranea circostante, la scalinata si conclude con in alto con la colonna monolitica fatta installare da Benito Mussolini.

Due rampe di scale, con i trecento gradini, consentono ai visitatori di ammirare la cima.

Dal 2015 l’apertura della cascata è accompagnata dall’illuminazione artistica che si muove in sincronia con la musica.

Le Ville

Un altro tratto caratteristico e che cattura l’attenzione dei turisti e dei visitatori, sono le numerose ville ottocentesche. All’epoca, furono costruite per volere delle famiglie nobili del luogo, per poter comodamente godere della pace, della quiete e delle acque della città.

Tutte le ville presentavano elementi in comune, nonostante lo stile rispecchiava prevalentemente il gusto del committente. Si pensi alle cappelle, alle scuderie, al giardino che circondava le dimore e le bagnarole ossia zone protette per le signore affinché fosse garantita la riservatezza della balneazione.

IMG 20210804 WA0022Villa Episcopo fu realizzata dall’ing. Achille Rossi nel 1881 in stile orientale. Infatti, presenta una copertura a pagoda cinese sulla torretta centrale, con antefisse agli estremi delle travi che rappresentano dei draghi. Le rifiniture dell’edificio presentano una colorazione blu elettrico.

IMG 20210804 WA0023La Villa Licci è l’unica in stile moresco, progettata dell’ing. Rossi nel 1881.

IMG 20210804 WA0024Santa Maria di Leuca non è soltanto una meravigliosa ed imperdibile meta vacanze. È l’equilibrio perfetto tra storia e vita mondana, tra mare e scogliere, tra Mar Ionio e Mar Adriatico.

Santa Maria di Leuca è un incontro, una vacanza da vivere pienamente lasciandosi coccolare dalla gentile disponibilità, dal sorriso e dai profumi e sapori tipici di una terra che ha molto da raccontare.

 

Si ringrazia la Pro Loco Leuca per la preziosa collaborazione e per il materiale fotografico. 

 

 

 


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