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Parigi: l’artigiano pugliese del ricamo Antonio Moramarco, 28 anni, di Altamura

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Di Evelina Romanelli:

Antonio Moramarco l’artigiano del ricamo a Parigi

Il ricamo fatto a mano è indubbiamente una delle forme d’arte più antica e raffinate, ha attraversato secoli e culture, mantenendo immutato il suo fascino e la sua grande eleganza.

Questa tecnica, che vede come protagonisti fili pregiati, perle, paillettes e materiali preziosi, crea motivi decorativi unici e raffinati. Il ricamo però è molto di più che una semplice decorazione è un’espressione di creatività di pazienza e dedizione. La sua storia è antichissima, la tecnica risale a diversi secoli fa e vede tra i primi protagonisti: la Cina, la Persia e l’Egitto. Giunge a noi oggi sotto diverse forme, rendendolo protagonista sulle passerelle della moda, in particolare in quelle di nicchia, che utilizza il ricamo per porre in risalto l’estro e la creatività degli stilisti, al fine di valorizzare chi indossa il capo. Come in ogni lavoro, occorre un fondamento di grande passione, ed è stata proprio la passione a guidare un giovane artigiano italiano, Antonio Moramarco, ad intraprendere questa professione, un percorso denso di ricordi e formazione, sacrificio e soddisfazione.

 

Antonio, ci racconti qualcosa di lei:

Sono di origine pugliese, nato ad Altamura nel 1996, in provincia di Bari, la città nota a tanti per il suo pane gustoso e profumato, è storicamente nota per l’arte del ricamo. Fin dalla scuola media, il mio percorso sembrava già tracciato: ho scelto di seguire il settore moda in una scuola superiore a Matera. Da subito ero attratto più dalla pratica che dalla teoria, così ho iniziato a fare esperienze nei laboratori tessili e sartoriali della mia città, lasciando gli studi. La capacità nel ricamo era innata ma non mi bastava guardare oltre le finestre del mio paese e ho iniziato a spostarmi, compiendo i miei primi viaggi all’estero. Centrali le esperienze a Londra e in Olanda. Al mio rientro in Italia, avvertii la necessità di completare il mio percorso di studi, la giovane età, alle volte, ti spinge ad essere troppo affrettato nelle scelte. 

 

La vera svolta nel suo lavoro?

Qualche anno dopo il diploma, ho sentito il bisogno di nuove esperienze, mi sono trasferito in Francia, dove la mia passione per il ricamo ha preso concretamente forma. Eravamo nei mesi che hanno preceduto la pandemia, da allora non sono più andato via.

Ho iniziato a frequentare una scuola di sartoria francese per ottenere un diploma e, come parte del percorso, ho svolto uno stage presso un atelier a Fanjeaux, vicino Tolosa. Qui ho avuto la fortuna di lavorare con due maestri eccezionali: Nicolas Jover, esperto ricamatore d’alta moda (a sua volta ex-allievo della Maison Lesage uno dei atelier di ricamo più rinomati a livello internazionale) e Yannick Delplace, uno dei pochi ‘plumassier’ (specialisti nel lavorare le piume). Questa esperienza è stata fondamentale per la mia formazione e ha rafforzato il mio amore per il ricamo.

 

Com’è cambiato il suo modo di lavorare in un contesto tutto nuovo?

Sebbene avessi già un interesse per perle, paillettes e strass, non avrei mai immaginato di arrivare a realizzare i progetti che oggi porto avanti. Con Nicolas Jover, ho collaborato a vari progetti, tra cui lavori per clienti americani e la creazione dei ricami per il Teatro del Capitole di Tolosa. Una grande soddisfazione per quel “ragazzo che sognava”. Queste esperienze hanno arricchito il mio bagaglio professionale e mi hanno permesso di perfezionare tecniche sempre più sofisticate. Come spesso accade, la vera scuola è la vita e gli incontri che ci segnano.

 

Screenshot 20240805 163957Quanto impegno richiede oggi la sua professione?

Direi tanta, in termini di capacità e di pazienza. Ho imparato che la passione per un lavoro diventa fulcro per stimoli quotidiani, nel mio caso la passione per il ricamo è cresciuta, passo dopo passo, la volontà mi ha consentito di perfezionare le mie tecniche, ma è indispensabile la formazione e io ho avuto la fortuna di collaborare ed essere formato da ricamatori internazionali. Queste competenze sono ora alla base delle mie creazioni, non si improvvisa, si studia cosa realizzare, ne è un esempio il mio ultimo lavoro: un bustino ricamato a mano, creato per un’artista francese specializzata nel riciclo di materiali. Questo progetto, realizzato con bustine da tè riciclate, ha richiesto mesi di lavoro e ha rappresentato una sfida unica e stimolante.

 

Screenshot 20240806 031358Cosa rappresenta il ricamo nella sua vita?

Il ricamo, per me, è come una tela che consente di lavorare anche con materiali insoliti e di esplorare se stessi. Richiede tempo, pazienza e dedizione, ma offre anche una fuga dalla realtà moderna, spesso dominata dagli schermi. Questa arte mi ha permesso di scoprire aspetti di me stesso che altrimenti sarebbero rimasti nascosti. La mia passione per la sartoria è nata da bambino, forse influenzata da mia nonna e dalle mie zie, che erano sarte. Invece di giocare con le macchine, preferivo giocare con le bambole e drappeggiare le tovaglie di raso di mia madre su un manichino, qualcosa di inusuale per un bambino, ma che ancora oggi ricordo con affetto. Infatti, conservo ancora il mio primo ditale.

 

Quando elabora un ricamo a chi si ispira? Ci sono artisti che hanno segnato la sua vita professionale?

I miei grandi ispiratori, fin da piccolo, sono stati Cristobal Balenciaga, Christian Dior, Norman Hartnell, stilista e sarto della famiglia reale inglese, e Madame Grès. Gli abiti che creavano, ricchi di dettagli minuziosi, i drappeggi e le stoffe lavorate interamente a mano hanno avuto un’influenza fondamentale sul mio percorso. Questi maestri hanno alimentato il mio sogno e mi hanno spinto a seguire questa strada con determinazione e passione.

Il mio percorso non è stato facile, fatto di sacrifici, pregiudizi e rifiuti, ma la passione è sempre stata il mio motore in una società in continua evoluzione. Ogni sfida superata ha rafforzato la mia determinazione e mi ha portato a dove sono oggi, pronto a continuare a crescere e a creare. 

 

Dalle parole del maestro capiamo che, in realtà, il ricamo fatto a mano è molto più di una semplice tecnica artigianale, se vogliamo è una vera e propria forma d’arte che unisce tradizione e innovazione, storia e modernità. Il ricamo racconta una storia, ogni motivo intrecciato dall’ago, riflette l’anima di chi lo ha creato, inventato, studiato, continuando a preservare e ad innovare quest’arte in un perfetto connubio tra bellezza e creatività.

 

 


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