Ieri il gruppo di organizzazioni ha presentato in una conferenza stampa l’iniziativa riguardante la sovrintendenza culturale. Il referente in materia, per l’istanza che parreda Taranto, è il ministero della Cultura. Un settore dell’istituzione di cui non si è mai parlato così tanto in Italia, per via della vicenda Sangiuliano-Boccia che appunto coinvolge in pieno il ministro della Cultura.
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Scritto da Carmine Degregorio:
La Soprintendenza Nazionale per il patrimonio subacqueo, istituita nel dicembre 2019 ed entrata in funzione nel 2021, deve rimanere a Taranto come sede direttiva, scientifica e di coordinamento, non come una delle tante sedi distaccate; la Soprintendenza di archeologia belle artti paesaggio per la provincia di Taranto deve restare a Taranto, con funzioni affidate alla Soprintendenza Nazionale per il patrimonio subacqueo, senza impropri accorpamenti ed in corporazioni nella Soprintendenza abap di Lecce.
È quanto chiede, dopo le allarmanti notizie relative agli ennesimi progetti del Ministero della Cultura sulla risistemazione delle Soprintendenze, un coordinamento di associazioni culturali e sociali promosso da Nobilissima Taranto, che il 4 settembre ha tenuto una conferenza stampa nel l’ipogeo di Palazzo Stola in città vecchia, uno fra i luoghi simbolo della rinascita culturale ma anche della rigenerazione urbana e sociale della città.
Come in occasione della mobilitazione del 2016, con imponenti manifestazioni contro la riforma Franceschini, che infine produssero durante il governo Conte due, una parziale correzione della riforma con la quale era stata soppressa la storica Soprintendenza regionale per i beni archeologici per la Puglia, primo ente di tutela istituito nella regione, quando Taranto non era neanche capoluogo di provincia, l’appello è rivolto intanto al Consiglio Comunale di Taranto, perché tenga una seduta monotematica sulla questione, poi al Sindaco, perché si faccia promotore, nella sua veste di Presidente della provincia, di una riunione di tutti i sindaci della provincia ionica. L’appello è poi rivolto a tutto il mondo delle associazioni culturali e sociali tarantine, agli ordini professionali, ai sindacati, alle associazioni datoriali, alle forze economiche, agli studenti, per creare un ampio coordinamento a difesa della Soprintendenza di Taranto e del suo duplice ruolo.