Le preoccupazioni vere risalgono al 2012, quando un decreto del governo Monti, il salva-Italia, impose che le società di mutuo soccorso si occupassero al massimo di un paio di cose. Fra queste, la sanità integrativa. Le preoccupazioni si sono poi aggravate con il provvedimento salva-Italia bis, che fa temere addirittura l’esproprio del patrimonio costruito, da ogni singola associazione di mutuo soccorso, sin dai tempi del risorgimento. Cioè, organizzazioni che hanno dato il loro contributo concreto a mandare avanti il Paese in termini di solidarietà e attenzioni ai ceti più deboli, ora rischiano di brutto. Per dibattere questo inquietante tema, per l’intera giornata da stamani il convegno in programma nella sede della società operaia di Martina Franca, in pieno centro storico della località della valle d’Itria. Convegno nazionale dell’associazione società di mutuo soccorso, che raggruppa 121 organizzazioni del settore. Basterebbe, innanzitutto, i legislatori capissero che non allo sviluppo economico ma al welfare, al sociale, va annoverata la categoria delle società di mutuo soccorso, per inquadrare correttamente il problema. Certo, a farsi mettere le mani nelle casse da entità esterne, fosse pure lo Stato, quelle organizzazioni non ci stanno. E come dare loro torto. Lo diranno agli esponenti politici, anche del parlamento, presenti oggi al convegno.
