Nell’ordine: il comunicato del capogruppo Pd pugliese Michele Mazzarano, quello del leader del movimento Noi con Salvini di Martina Franca, quello del Pd di Martina Franca e quello del deputato Gianfranco Chiarelli. Si troverà chi ha vinto ed è contento di avere vinto, chi ha perso e dice che hanno perso tutti gli altri:
Michele Mazzarano, capogruppo Pd in consiglio regionale della Puglia: La Costituzione è una delle poche certezze da salvaguardare. Le emergenze del Paese sono altre. Questo è il messaggio forte e partecipato che ieri è giunto inequivocabilmente dagli elettori.
È molto gratificante il dato della partecipazione il quale dimostra che i cittadini sono pronti a mobilitarsi quando la posta in gioco è alta. Fa riflettere inoltre che, in un’epoca in cui il cambiamento fa tendenza, la revisione della Carta Costituzionale sia stata così nettamente respinta. Sono profondamente convinto che la sinistra é tale se promuove le riforme e i cambiamenti e non se si ostina a conservare lo stato di cose esistenti, ma bisogna riconoscere che, in un tempo di crisi di certezze e punti di riferimento, la Costituzione continua a rappresentare, per il popolo italiano, un baluardo identitario solido e sicuro.
L’Italia soffre di problemi gravi ma spesso in questi mesi il Governo ha dato la sensazione di una grave sottovalutazione delle vere sofferenze del Paese invertendo la gerarchia delle priorità.
Il Mezzogiorno si sente lontano da queste priorità e vive marginalizzato e penalizzato. Il “caso Taranto”, con la sua drammatica emergenza industriale, ambientale e sanitaria irrisolta, ne è forse l’emblema più significativo ed evidente.
Questa situazione è stata aggravata da un clima di esasperata lacerazione che ha spaccato il Paese e ha seriamente compromesso la salute del Partito Democratico. Il Pd è ancora la più grande comunità politica di cui dispone la democrazia italiana. Ora si lavori a svelenire il clima e a sminare il campo di battaglia. Serve la forza della riconciliazione capace di parlare a tutti coloro che si sentono smarriti, traditi e delusi. Solo una grande forza politica come il Pd può trovare al suo interno le energie per questa difficile impresa.
Angelo Gianfrate, coordinatore Noi con Salvini provincia di Taranto: Gli elettori della provincia di Taranto e pugliesi hanno dato un segnale forte di libertà e sovranità. Matteo Salvini si è battuto per primo e più di tutti per il no. senza ambiguità e come sempre col cuore. Le sue frequenti presenze in Puglia e il suo forte interesse per le nostre problematiche sono state premiate. Qualcun altro come il Pd ionico dovrebbe riflettere sul dato pugliese e in particolare quello della città da loro amministrata, cui sono stati rifiutati i 50 milioni di euro che dovevano servire per far fronte al grave problema della salute dei cittadini, e nonostante il Pd ionico si sia esposto infatti notevolmente per il sì con tutto il suo apparato di potere, i cittadini di Taranto e della provincia lo hanno bastonato. Orrimo segnale contro il Pd, mentre i consensi popolari per Salvini aumentano anche in provincia. Adesso la parola torni agli elettori, bando agli inciuci e agli accordi di palazzo e avanti col fronte identitario e sovranista e al recupero della somma necessaria per la salute dei cittadini.
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Vincenzo Angelini, segretario Pd Martina Franca: Un risultato nazionale che sicuramente lascia l’amaro in bocca, che dispiace per l’opportunità seria che l’Italia ha perso, che ci consegna un futuro politico, che si prospetta difficile e pieno di nuove sfide. Tuttavia, con questi dati di affluenza, dobbiamo accettare serenamente la decisione popolare, consapevoli che comunque il voto ha fatto discutere l’Italia, ha avvicinato di nuovo alla politica cittadini che da tanto tempo non si presentavano alle urne e ha coinvolto il popolo italiano in tutte le fasce di età. Da oggi si apre una fase nuova, in cui comunque il Partito Democratico sarà protagonista. Abbiamo piena fiducia nel nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che svolgerà nel miglior modo possibile il suo compito di arbitro in questo delicatissimo momento della storia repubblicana. Per quanto invece riguarda l’ambito locale il Partito Democratico di Martina Franca ringrazia vivamente e di cuore i 9446 cittadini che, come noi, volevano dare una spinta progressista e riformista seria a questo Paese, confermando con il loro SI questa riforma. Una cosa è certa: a Martina Franca ripartiremo da questo 36,54% e con tutte le nostre forze continueremo a sostenere le ragioni del cambiamento nella difesa dei principi democratici. Analizzando attentamente e in dettaglio il voto a Martina Franca, infatti, si evince che il SI ottiene molti piú voti (9446) di quanti ne prese il Pd alle europee del 2014 (6577). Nel 2014, però, il dato nazionale del Pd si attestò sul 40%, mentre i sondaggisti a novembre 2016 (gli stessi che hanno visto giusto sull’esito del referendum) hanno sempre dato il Pd tra il 30% ed il 32%. Un dato, pertanto, emerge e può essere registrato con ragionevole sicurezza: il Partito Democratico martinese ha confermato solidità e radicamento territoriale, mentre il consenso raccolto dal Sì è andato ben al di là dell’attuale elettorato del Pd e ciò lo si deve principalmente a quei Comitati sorti spontaneamente in seno alla società civile, che hanno saputo aggregare e parlare a molti, puntando sui contenuti della riforma costituzionale. Da Segretario ringrazio i tantissimi volontari che in questi mesi hanno dato tutto, anima e corpo, per conseguire un risultato che purtroppo non è arrivato: a loro il mio abbraccio più grande e la certezza che la dirigenza continuerà a lottare con la stessa determinazione e volontà, al fine di costruire, a partire già da oggi, un’Italia progressista e riformista, che nel futuro sappia raccogliere con responsabilità le sfide cruciali per il progresso del nostro Paese. Il nostro grazie va anche a tutte le persone che ci hanno creduto, seguito, accompagnato e consegnato quei 9446 voti. Ora apriremo una profonda riflessione sul voto a tutti i livelli del Partito, non trascureremo alcun dato, saremo anche autocritici per alcuni aspetti. Ma faremo tutto a testa alta e con coraggio, perché questo risultato non può cancellare le speranze e le idee che hanno mosso il nostro operato in questa campagna elettorale, nonostante la delusione iniziale. Infine ringraziamo il nostro Segretario Matteo Renzi per la lezione di Democrazia che ha dato nel suo discorso subito dopo il voto: in un’Italia dove nessuno mai ammette la sconfitta e dove molti si ergono a difesa dei principi democratici per poi volgerli a loro favore, ha dimostrato il suo profondo rispetto per il popolo italiano e il suo senso di responsabilità politica, che ha pochi uguali ad oggi. Sono sicuro che saprà gestire al meglio il prossimo avvenire nel Partito e la guida alla fase congressuale, che mai come stavolta si prospetta decisiva per il Paese.
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Gianfranco Chiarelli, deputato: Affluenza al voto: grande giornata per la democrazia. Il risultato dice che gli italiani hanno voglia di partecipare e di decidere il proprio futuro.
Il risultato del referendum è importante perché attraverso la vittoria del No arriva un messaggio chiaro a chi pensa che si possano compiere scelte che riguardano tutti, come la Costituzione, a colpi di maggioranze risicate e di fiducia. Ma è ancora più importante perché riporta alle urne milioni di cittadini che da tempo rifiutavano la politica e le consultazioni elettorali. Ne consegue che i cittadini vogliono partecipare alle scelte fondamentali della loro vita, indicare chi deve governare, non accettare decisioni calate dall’alto. Le primarie per la scelta dei candidati agli organi di governo e alla leadership politica sono irrinunciabili, così come emerge sempre di più la esigenza che il rapporto tra elettori ed eletti sia stretto, costruito nei territori, sui singoli problemi, senza arroganza. Questa indicazione chiara è venuta anche dagli incontri che abbiamo avuto con i cittadini per spiegare i difetti della riforma della Costituzione. La sconfitta di Renzi è tutta qui. Speriamo che la lezione che gli italiani hanno dato con la grande partecipazione al referendum sia compresa appieno da tutti i partiti e in tutti i partiti. La parola d’ordine che viene dagli italiani e dalla consultazione è ricostruzione con moderazione, non rottamazione con approssimazione. Di tanto bisogna tenere conto.