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Puglia, riordino ospedaliero: “per Taranto non tiene conto della situazione sanitaria” Consigliere regionale contesta la pianificazione: "assurdo non prendere in considerazione la crisi ambientale della città"

renatoPerrini

Di seguito un comunicato diffuso da Renato Perrini, consigliere comunale della Puglia:

Il Piano di Riordino Ospedaliero previsto per Taranto non tiene conto dalla situazione sanitaria che vive il capoluogo jonico. Fermo restando, così come spiegato dal presidente Emiliano in più occasioni, ovvero che, in generale, “le difficoltà della Regione sono dovute soprattutto alla rigidità delle posizioni del Governo, contenute nel DM 70/2015, per ristrettezza di tempi e risorse, nonché ai vincoli al patto di stabilità”, reputo assurdo che non venga presa in considerazione la crisi ambientale oramai acclarata che vive la città di Taranto. Una crisi per la quale erano stati promessi addirittura finanziamenti una tantum e mai diventati strutturali.

Il Piano di Riordino al contrario, senza entrare nella specifica dei singoli ospedali e nei tecnicismi già ampiamenti discussi in sede di confronto istituzionale nelle scorse settimane, prevede per Taranto una perdita di posti letto e delle specialità mediche e sanitarie necessarie per far fronte all’incidenza di patologie gravi, come quelle neoplastiche. Il Governo regionale non tiene conto dunque della gravissima situazione jonica, lo stesso governo che ha più volte sottolineato la vicinanza ad un territorio malato e in difficoltà. La comunità tarantina merita invece un potenziamento della sua sanità su tutti i fronti, per fornire maggiore tutela a pazienti malati di cancro, leucemia, linfomi di varia natura, malattie respiratorie complesse. Patologie che si verificano in alcuni casi nei neonati. E’ l’intero sistema “salute” che è stato mortificato a Taranto con questo Piano di Riordino. La mera logica del rispetto di standard di volumi, esiti delle cure, bilanciamento costi -ricavi, insomma la sola analisi dei dati, non basta per la città di Taranto che ha bisogno di una rete ospedaliera sì più efficiente e snella, ma che sia indirizzata al rafforzamento, ad una ridistribuzione attenta delle forze, e non al ridimensionamento del suo bacino.

E non può essere nemmeno sufficiente la spiegazione che il futuro sanitario di Taranto si sta incardinando verso la costruzione del nuovo ospedale San Cataldo, così come detto in più occasioni dagli organi di governo regionale, che se tutto andrà bene, e dubito che non ci siano ulteriori intoppi, sarà pronto tra vent’anni. Nel frattempo come soddisfiamo il bisogno di salute della popolazione di Taranto già messa in ginocchio dal disastro ambientale perpetrato ai suoi danni? Perché non pensare di potenziare l’ospedale “Moscati”, un polo di eccellenza per ciò che concerne la cura dei tumori, grazie al lavoro attento e meticoloso dei suoi medici. Un polo sanitario questo che, per sua collocazione, è anche facilmente raggiungibile da più arterie stradali. Oppure perché non ipotizzare un potenziamento delle cliniche private, anche loro presidi competenti su un territorio che ha fame di benessere e di salute.

Ecco perché il Governo Regionale deve farsi portavoce presso il Governo per chiedere una deroga speciale per Taranto che tenga conto della particolarità della sua situazione. E non lo deve fare solo con annunci, che poi cadono nel dimenticatoio, ma con atti concreti ed evidente a tutta la collettività jonica.


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