La giornata di Matteo Salvini fra Campania e Puglia è stata un disastro. Cacciato da Napoli, deviazione per non incorrere in un’accoglienza tutt’altro che calorosa a Taranto (foto: l’improvvisata conferenza stampa sulla rotonda del lungomare, dopo aver schivato la contestazione pronta all’Ilva) e, in chiusura di questo disastro, i pochi minuti sul palco di Locorotondo. Buffone, vaff…, una clamorosa contestazione a suon di fischi e lancio di uova, e il segretario della Lega è stato cacciato anche dalla valle d’Itria. Dopo anni, anni e ancora anni, a parlare male del sud, difficile immaginare un’accoglienza diversa. Che naturalmente va stigmatizzata, perché le volgarità non vanno bene, mai. Tipo “si’tu ‘a carogna” come stamani Matteo Salvini si è sentito urlare a Napoli. Ma tutto questo bene, il segretario della Lega, al meridione non se l’era costruito.
Se avessero inserito un pulsantino per dire NON mi piace, lo avrei attivato. (E non solo in questa occasione ovviamente). No signori non è così. A Bolzano, con il mio volto da buon terrone, ho subito discriminazioni in un bar. A Verona mi hanno cantato cori poco piacevoli. Noi siamo diversi da loro, e lo dobbiamo dimostrare. Alla volgarità dei cori leghisti si risponde con la nostra indiscussa civiltà. Noi siamo capaci di discutere, di confrontarci. Non c’era da stendere tappeti rossi nè offrire i nostri prodotti tipici, ma lasciar parlare e rispondergli sarebbe stato mille volte meglio che buttare le uova! Salvini non è nato ieri e sapeva bene di trovare una accoglienza ostile. Ora al nord avranno una ragione in più per sostenere le loro (assurde) convinzioni sul Sud. Nella intervista a Taranto ha detto una cosa non trascurabile: io contesto la politica del Sud, i politici del Sud. Io li contesto tutti, però alla fine mi pare che valesse la pena di parlarne!