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Piano casa della Puglia, dopo la sentenza della Consulta il parlamento? Questione non secondaria: anche per rimodulare gli spazi in epoca di emergenza corona virus

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Di Enrico Pellegrini:

Il consiglio regionale della Puglia, approvando la legge cosiddetta Piano casa, deliberava tra l’altro di consentire la diversa dislocazione planovolumetrica negli interventi di demolizione e ricostruzione. Ciò finalizzato a permettere, soprattutto ai più piccoli possessori di volumi, di effettuare opere nel concetto di un’edilizia abitativa rispondente alle esigenze concrete dei cittadini. Tale norma ha finito per confliggere però con la successiva legge nazionale dello scorso giugno, cosiddetta Sblocca cantieri, che prevede la demolizione e ricostruzione solo in loco. Proprio a questo riguardo il governo nazionale impugnò la legge regionale. Con sentenza di Corte Costituzionale dello scorso febbraio, depositata il 24 aprile, è sancita appunto l’incostituzionalità della norma regionale così come deliberata nel Piano casa della Puglia. Si tratta nello specifico dell’art. 2 della legge regionale n. 59/2018 (che modificava e integrava la legge regionale n. 14/2009) e degli articoli 7 e 8 della legge regionale 5/2019.
Ovviamente, non vi è alcun timore per i titoli che si sono perfezionati prima della sentenza. Una sentenza che adesso pone l’ente regionale di fronte all’esigenza di riscrivere quella norma e di fronte, anche, alla necessità di non venire meno agli intenti di sensibilità sociale che animavano il provvedimento precedente. C’è, in alternativa, una strada parlamentare: variare la norma contenuta nella legge nazionale Sblocca cantieri. Questo periodo di gravissima emergenza non faccia passare in secondo piano le istanze sociali e la normativa su questioni strategiche per il territorio, pur comprendendo che tutto oggi è inevitabilmente di secondaria importanza rispetto al bene, perfino supremo, per il quale si adottano politiche e tutele.
Però si può finalizzare al contenimento e, auspicabilmente, superamento dell’emergenza anche la normativa sull’edilizia.
L’ipotesi di disegno di legge da parte di alcuni parlamentari: adeguare la legislazione sulla casa proprio all’emergenza corona virus e farne provvedimento di innovativa concezione dell’edilizia. “Ricostruttiva”, appare scritto nel documento che si intende proporre sotto forma di emendamenti (A.C. 2461) al parlamento per il varo. Non solo ricostruttiva in senso fisico, con volumi e possibilità di variare dal sedime originario, ma anche in senso concettuale di una esistenza collettiva da rimodulare. Anche nella nuova concezione delle case, che dovranno giocoforza rispettare parametri nuovi.


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2 Comments

  1. Nel condividere le conclusioni dell’Autore, ancora una volta in questo paese, che si fregia continuamente di avere una delle carte costituzionali più belle dell’umanità, è incostituzionale:
    1. Pianificare un miglioramento della condizione di vita delle persone e una riqualificazione paesaggistica di tante aree, spesso divenute discariche a cielo aperto.
    2. Migliorare inevitabilmente una consistente fetta di edilizia stantia, non a norma, selvaggia e geograficamente disordinata, imponendo una conservazione rigida degli spazi privando gli enti locali di valutare autonomamente (e soggettivamente) gli spazi più opportuni da utilizzare nel rispetto – in primis – della natura, per il quale ultimo vincolo la Regione Puglia si è ben distinta negli ultimi anni.
    3. Offrire una maggiore potenzialità di progresso economico derivante da iniziative ambiziose che si ramificano in molteplici settori dell’indotto, con conseguente crescita dell’occupazione.
    Auspico che una resipiscenza dalla “generalizzazione a tutti i costi” – che non ha mai portato nulla di buono in un mondo da sempre caratterizzato da particolarità, contingenza, relatività, soggettività ed eterno divenire, in quanto occupato da esseri viventi tutti unici – possa giungere quanto prima per il bene di tutti.
    Questo paese, in senso contrario, continuerà a morire lentamente e agonizzante, in attesa di ricevere il colpo di grazia nel momento in cui prenderà il sopravvento l’inevitabile caos anarchico.
    Auguri a tutti noi !
    Nicola Memeo

  2. L’assurdità del piano casa è quella di non concedere il cambio di destinazione d’uso da non residenziale a residenziale per immobili non ricadenti in aree tipizzate dal prg a residenze ed anche tipizzate a servizi per la residenza a chi in linea anche con i principi enunciati dalla recente sentenza della Consulta opta per la non demolizione, si accontenta di un incremento volumetrico ridotto, trasforma senza demolire l’edificio esistente in residenza applicando il protocollo ITACA e non fa uso di altro territorio come richiesto da più voci.
    il tutto non viene concesso per la esistenza di una virgola nel testo originale quando si parla di non demolizione.

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