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Neet in Puglia: studio presentato a Bari Dal docente universitario Alberto Fornasari

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Di seguito il comunicato:

Venerdì 28 Aprile alle ore 9.15 presso l’Aula Magna Aldo Cossu presso Palazzo Ateneo è stato presentato lo studio “Cisl fenomeno NEET. Quali azioni?” coordinato dal prof. Alberto Fornasari, Direttore del Centro Interuniversitario di Ricerca e Formazione Popolazione, Ambiente, Salute (CIRPAS) e docente di Pedagogia Sperimentale presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia, Comunicazione dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro.
Lo studio proposto si è mosso nella direzione di comprendere a fondo le ragioni di un fenomeno, quello dei NEET (rientrano in questa categoria i giovani che non sono attualmente iscritti a qualsiasi tipo di istruzione formale, formazione professionale o percorso lavorativo) in costante crescita nel nostro Paese. Il report analizza la situazione a livello regionale offrendo spunti, proposte, azioni di contrasto efficaci per arginare il fenomeno partendo dal contributo del sindacato. I lavori sono stati introdotti da Antonio Castellucci- Segretario Generale Cisl Puglia; hanno portato i saluti Stefano Bronzini- Magnifico Rettore UNIBA; Loredana Perla -Direttrice Dipartimento For.Psi.Com. Il report scientifico è stato presentato dal prof. Fornasari e dal dott. Matteo Conte dottorando di ricerca presso il Dipartimento For.Psi.Com al quale sono seguite le testimonianze di giovani NEET e gli interventi dell’Assessore alla Formazione, Lavoro, Scuola Università della Regione Puglia Sebastiano Leo e dall’Assessore allo Sviluppo Economico, Politiche Giovanili della Regione Puglia Alessandro Delli Noci. L’incontro chiuso dal Segretario Nazionale CISL Giulio Romano è stato moderato da Paola Laforgia Responsabile ANSA Puglia. Il prof. Fornasari da noi contattato ha cosi commentato “Il tema dei Neet, ovvero quello dei ragazzi che si trovano al di fuori dei contesti lavorativi, educativi e formativi è uno degli argomenti di grande interesse pubblico dell’ultimo decennio. I numeri sul fenomeno sono allarmanti: a fronte di una media europea del 13,1% il dato italiano risulta essere pari al 23,1% contro una media pugliese pari al 30,5% il che indica come nella nostra regione tre giovani su dieci non studiano e non lavorano (prima di noi in termini di criticità ci sono in Italia solo Sicilia, Campania, Calabria). Il mondo dei NEET (Not in Education, Employment, Training) non è affatto omogeneo ma consta di una pluralità di condizioni molto diverse tra loro.   Numeri preoccupanti si registrano sul fronte dell’early leaving in education (ragazzi che abbandonano precocemente la scuola dell’obbligo) dove a fronte di una media europea del 9,7% noi italiani arriviamo al 12,7% e rispetto  all’istruzione terziaria (conseguimento di una laurea) la media europea dei laureati con un età compresa tra i 23 ed i 34 anni è pari al 41,2% mentre in Italia questo dato scende al 28,3% ultimi solo dopo la Romania (23%). Rispetto a quest’ultimo indicatore si è registrata una flessione dal 28,9% del 2020 al 28,3% del 2021, meno 0,6 punti, mentre nell’Europa si cresce dal 40,7% al 41,2%. A questi numeri si associano quelli dei cosiddetti working poor (coloro che pur lavorando stabilmente hanno un reddito insufficiente alla sussistenza) che in Italia ammontano all’11,7%.  I numeri e le comparazioni effettuate fanno emergere chiaramente un quadro complesso che necessità di azioni mirate per invertire la tendenza nel nostro Paese. Da diverso tempo la CISL Puglia ha avvertito la necessità di comprendere meglio tali fenomeni per poter predisporre interventi efficaci soprattutto in una direzione di contenimento del fenomeno facilitando l’ingresso dei giovani del mondo lavoro ben retribuito, stabile e sicuro. Lo studio presentato ha evidenziato la multifattorialità del fenomeno mettendone in trasparenza le diverse cause (origine straniera, presentare disabilità, ridotta autostima e aspirazioni, gravidanza adolescenziale e genitorialità solitaria, vivere in zone periferiche, appartenere a famiglie con basso reddito, avere genitori divorziati, che sono stati disoccupati e/o con un basso livello di istruzione, una mancanza di conoscenze su come o dove cercare lavoro), ha analizzato con un approccio qualitativo le  storie di vita di NEET facenti parte del campione, ed  ha individuato possibili strategie di intervento attraverso ad esempio corsi di formazione interni al sindacato, una maggiore strutturazione degli sportelli lavoro e l’implementazione delle attività di orientamento. E’ un nostro dovere traghettare “ i tanti giovani che non ci credono più” dalla disillusione alla speranza”.

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