Domani, con ogni probabilità, sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del ministro dei Beni culturali in materia di equo compenso. E così, chiunque compri un dispositivo con una memoria elettronica, pagherà qualcosina in più (anche se il ministero assicura altro: vedremo in seguito). Dagli smartphone alle usb agli hard disk, ce n’è per tutti. Bisogna pagare i diritti agli autori delle opere, ai detentori del diritto di autore. L’equo compenso esiste dal 2003 ma le tabelle che entreranno in vigore sono praticamente un raddoppio rispetto a quelle finora in vigore, risalenti a cinque anni fa.
Smartphone e tablet: sono tra i dispositivi che se la passano peggio. L’equo compenso passa a 3 euro, 4 euro, 4,90 euro e 5,20 euro rispettivamente per dispositivi con capienza fino a 8 Gb, maggiore di 8 e fino a 16 Gb, maggiore di 16 e fino a 32, oltre 32 Gb. In precedenza si pagava solo 90 centesimi di equo compenso su smartphone e niente sui tablet. Ciò significa in concreto, che per il prezzo finale del tablet si può anche arrivare a un 20 per cento di aumento. Anche se il ministero afferma che non toccherà al consumatore il pagamento dell’equo compenso, che verrà assorbito dalla produzione, le associazioni dei consumatori non si fidano perché non c’è alcuna certezza di quanto affermato dal ministero.
Per i televisori ci sarà un costo di quattro euro in più, per quelle con un registratore integrato. E per tutti i televisori, un costo variabile a seconda dell’hard disk. Così, l’apparecchio col registratore integrato paga due volte.
Per i computer, l’equo compenso passa da 2,40 (o 1,90) euro a 5,20 euro, più del doppio insomma. E le schede di memoria saranno gravate di un sovrapprezzo fino a 5 euro. Al contrario, passa da 0,90 a 0,50 euro l’equo compenso per i telefonini non smartphone. Chiavette usb pressoché stabili, con 10 centesimi a Gb e comunque non oltre i 9 euro. Per i cd vergini il costo dell’equo compenso è dimezzato: da 0,41 a 0,20 euro.
L’equo compenso è, peraltro, concettualmente vecchio. Nato da una direttiva dell’Unione europea risalente al 2001, spetta ai detentori di diritto d’autore e dà la possibilità agli utenti di fare una copia privata di film o album comprati. La legge permette la copia personale, per sicurezza e backup, di un dvd, un cd o un Blu-ray. Però va pagata.
(immagine: fonte resistenzaumana.it)