Alle 16 nella chiesa di San Francesco d’Assisi a Martina Franca i funerali di Franco Lerario, decano dei sarti e dei confezionisti. È morto ieri, aveva 88 anni.
Di Agostino Convertino:
Lo chiamavano Tagliatore in virtù di quella nobile arte, andata perduta con i plotter e i raggi laser, con cui trattava le spesse pezze di tessuto che sarebbero diventate gemme di sartoria che hanno reso celebre la nostra comunità nel mondo. Dotato di una eleganza misurata e istintiva e di un’empatia che definire trascinante è riduttivo, era considerato un affabulatore in grado di affascinare qualunque auditorio coi racconti epici della gioventù del dopoguerra martinese o aneddoti di devastante simpatia ripresi dalla cultura popolare. L’autentico capolavoro è stata la sua famiglia che ha fatto crescere nel segno del duro lavoro, della professionalità puntuale, della creatività libera. Da uomo intelligente e avveduto imprenditore non si è fatto trovare impreparato dall’avvento planetario della globalizzazione e dagli effetti riflessi sul mondo manifatturiero, prima trincea imprenditoriale italiana esposta ai venti feroci della concorrenza orientale. La risposta di Tagliatore fu esemplare, in linea con l’eredità morale ricevuta in dono dai suoi avi: innalzare a livelli assoluti la qualità del prodotto artigianale per promuovere un brand che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo per la perfezione impeccabile dei suoi capi e certe cromie di ispirazione classica eppure così innovative. Ma la cifra distintiva, o meglio definitiva, è l’umanità che questo uomo semplice e profondamente religioso ha saputo trasmettere agli altri: la gentilezza e la forza tranquilla dei suoi valori, fuse in una persona dalla solidarietà silente e discreta com’è proprio delle grandi persone, culminate in un patrimonio morale unanimemente riconosciuto. Ovvero la lettura del suo ruolo di imprenditore in chiave altamente etica che lo farà rimpiangere alle centinaia di famiglie martinesi che sono cresciute insieme a lui e con lui. Si ricongiunge alla sua adorata sposa Livia, stella polare di una intera esistenza.
